Al via a Settimo Milanese la nuova stagione di “Parole al vento” con quattro lezioni-concerto a cura di Artchipel Orchestra, Fausto Beccalossi, Claudio Farinone, Alessandro De Rosa, Tino Tracanna, Nenè Ribeiro, Kal dos Santos ma non solo.
Interrotta bruscamente a causa della pandemia nel febbraio del 2020, torna la rassegna “Parole al vento”, ciclo di appuntamenti – a cavallo tra i radio-show e le lezioni-concerto – nel segno della interdisciplinarità tra musica, arti visive, nuovi linguaggi e molto altro. Quest’anno la manifestazione cambierà sede (negli anni scorsi si era svolta a Villasanta, in Brianza) e avrà luogo a Settimo Milanese (Mi) dal 6 aprile al 18 maggio, con il contributo dell’amministrazione comunale e il supporto della Scuola civica di musica Bill Evans: i quattro eventi in programma, tutti a ingresso libero, sono stati ideati dal direttore artistico Antonio Ribatti come un laboratorio informale, un’occasione d’incontro tra il pubblico e gli artisti che dialogheranno e interagiranno tra loro, trasformando il confronto in un vero e proprio racconto-spettacolo.
Nel nome della cultura e dell’attualità, “Parole al vento” vuole favorire la socialità e l’aggregazione, con un’attenzione particolare alle giovani generazioni. Afferma Antonio Ribatti, ideatore e curatore della manifestazione: «La rassegna è rivolta a tutti, dagli appassionati di musica ai semplici curiosi, dalle persone disposte a confrontarsi con proposte mai ascoltate prima a chi, invece, per mentalità è aperto alle novità e, più in generale, a culture “altre”, lontane dalla nostra. Ci interessa avventurarci in racconti sonori che portino lontano, vogliamo esplorare nuovi territori dell’immaginario, non restare in pantofole nel chiuso della realtà che già conosciamo. Il nostro invito è quello di rinunciare a tutto ciò che è rassicurante per confrontarci con quanto può arrivare di inatteso. “Parole al vento” vuole essere un lancio di semi nell’aria, con l’augurio che questi semi si posino in luoghi inesplorati per dare vita a intuizioni e creazioni impreviste».
Il primo appuntamento della nuova stagione è in programma mercoledì 6 aprile nell’auditorium Anna Marchesini di via Grandi 12, con l’evento “Il suono disorganizzato” (ore 21, ingresso libero), con la partecipazione dell’Artchipel Orchestra diretta da Ferdinando Faraò: la formazione milanese, tra le più acclamate del panorama jazz italiano, ha calcato i palcoscenici dei più importanti festival nazionali, ha collaborato con musicisti di primo piano della scena internazionale (tra cui Keith Tippett, Karl Berger, Mike e Kate Westbrook, Ingrid Sertso, Pete Whyman, Chris Cutler, Adam Rudolph, Cyro Baptista e Julie Tippetts) e, lo scorso anno, ha dato vita a un fortunato progetto musicale con lo scrittore inglese Jonathan Coe, autore di alcune composizioni che sono state arrangiate dall’ensemble milanese.
L’incontro del 6 aprile consisterà in una prova aperta nel corso della quale Ferdinando Faraò racconterà come nasce un progetto musicale condiviso e come si organizza un “corpo musicale” intorno a specifici ruoli e competenze. Tutti i musicisti coinvolti eseguiranno le partiture in programma, al fine di rappresentare il tema in oggetto. Il direttore, alcuni musicisti e un esperto forniranno informazioni su come lavora l’orchestra su un repertorio specifico, a partire da ruoli e peculiarità di ogni singolo componente. Per sua natura, l’orchestra è un’entità collettiva dove, come in una qualsiasi impresa commerciale, soggetti diversi lavorano insieme per il raggiungimento del medesimo obiettivo. Il processo di guida di un ensemble allargato non può essere compreso appieno se non si fa ricorso ad alcuni concetti dell’organizzazione aziendale che si ritrovano nel processo di produzione artistica. L’orchestra, entità che esiste e che si manifesta in modo collettivo, è la metafora di una comunità capace di organizzarsi intorno a un progetto specifico per raggiungere traguardi condivisi. La proiezione di fotografie a tema guiderà il pubblico attraverso la musica e il racconto.
Il secondo appuntamento di “Parole al vento”, in programma mercoledì 20 aprile nel salone degli eventi di Palazzo Granaio (ore 21, ingresso libero), si intitolerà “Inseguendo quel suono” e sarà dedicato alla figura del grande Ennio Morricone, scomparso due anni fa: quello che andrà in scena sarà uno spettacolo a tre voci, protagonisti il compositore e scrittore Alessandro De Rosa, il fisarmonicista di fama internazionale Fausto Beccalossi e il chitarrista-divulgatore Claudio Farinone. Attraverso la visione di filmati inediti e spezzoni di film, De Rosa (coautore, insieme a Morricone, di “Inseguendo quel suono”, autobiografia ufficiale del Maestro) racconterà i momenti più significativi della vita e dell’opera del compositore romano due volte premio Oscar, creando così un fil rouge con le interpretazioni di Fausto Beccalossi e Claudio Farinone, che rileggeranno alcuni passi, noti e meno noti, del suo percorso musicale, plasmandoli sui loro strumenti.
Mercoledì 4 maggio, sempre a Palazzo Granaio, sarà la volta di “Batuke: storia sociale del samba”, a cura dei musicisti brasiliani Nenè Ribeiro (chitarra e voce) e Kal dos Santos (percussioni e voce), con la partecipazione del laboratorio di percussioni Toc Toc. “Batuke” sarà una lezione-concerto che ripercorrerà la genesi e l’evoluzione del più originale e radicato ritmo brasiliano. Nella loro performance, Nenè Ribeiro e Kal dos Santos partiranno dall’origine del samba per mettere in risalto la sua valenza sociale e artistica e la sua peculiare espressione corporea. Racconteranno, quindi, la diffusione del samba nella città di Rio de Janeiro, nel resto del Brasile e successivamente nel mondo intero per poi dare spazio (e voce) ai principali interpreti e ai maggiori compositori di questo irresistibile genere musicale, come Sinhô, Ismael Silva, Cartola, Clementina de Jesus, Noel Rosa, Ary Barroso, Dorival Caymmi, Wilson Batista, Zé Kéti, Baden Powell, Paulinho da Viola e Chico Buarque, solo per citarne alcuni. Anche in occasione di questo incontro, testi, spartiti, foto e illustrazioni guideranno il pubblico attraverso la musica e il racconto.
La nuova stagione di “Parole al vento” si concluderà mercoledì 18 maggio con “Mingussiana: Seven for Mingus”, progetto ideato in occasione del centenario della nascita di Charles Mingus, uno dei più importanti jazzisti di tutti i tempi. Gli renderanno un doveroso omaggio il sassofonista Tino Tracanna, nome di spicco della scena italiana, e il suo gruppo, formato da alcuni dei più brillanti studenti del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e ribattezzato, per l’appunto, Seven for Mingus. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta Mingus elaborò una formidabile sintesi musicale tra la grande tradizione del jazz e i nuovi linguaggi che in quel momento stavano esplodendo, recuperando l’improvvisazione collettiva e riproponendola nell’ambito formale delle sue meravigliose composizioni, fertile terreno per i suoi collaboratori e formidabili solisti che, come lui, si muovevano con disinvoltura tra tradizione e avanguardia. Il settetto diretto da Tino Tracanna al sax tenore (con Cecilia Barra, voce; Daniele Nocella, tromba; Giacomo Cazzaro, sax alto; Claudio Guarcello, pianoforte; Cristiano Nuovo, contrabbasso; Elia Ambrosioni, batteria) interpreterà alcune delle più belle composizioni del contrabbassista afroamericano, rispettandone l’impianto formale ma riproponendole secondo la propria personalità musicale e il proprio linguaggio improvvisativo, nel rispetto della vocazione fondante della musica di Mingus.
*Nella foto in evidenza: L’Artchipel Orchestra diretta da Ferdinando Faraò (© Roberto Priolo)
Fonte: AHUM – Ufficio stampa Andrea Conta