Nell’ambito di ART CITY Bologna 2021, il progetto espositivo di Helen Dowling, a cura di Giulia Pezzoli, con la sua pratica multidisciplinare analizza le strutture del linguaggio digitale e video.
La mostra, visibile dal 7 maggio al 6 giugno 2021, costituisce l’esito finale di restituzione pubblica del percorso formativo e creativo che l’artista britannica (Guernesy, 1982) ha intrapreso durante il periodo di soggiorno a Bologna durato sette settimane, tra ottobre e novembre 2020, come ospite della Residenza per artisti Sandra Natali, nell’ambito dell’edizione 2020 / 2021 del Programma di Residenze ROSE promosso da MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Istituzione Bologna Musei.
La sua candidatura al bando è stata selezionata dalla commissione esaminatrice composta da: Lorenzo Balbi, direttore artistico di MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna; Giulia Pezzoli, curatrice del Programma di Residenze ROSE; Javier Hontoria, direttore del Museo Patio Herreriano di Valladolid, Spagna; Chiara Pergola, artista; Andrea Viliani, responsabile e curatore del Centro di Ricerca Castello di Rivoli (CRRI).
La pratica multidisciplinare di Helen Dowling analizza le strutture del linguaggio digitale e video. Nei suoi lavori, materiali di repertorio e riprese realizzate personalmente vengono combinate per creare opere dall’effetto intimo e avvolgente, in cui il confine tra realtà e immaginazione si confonde. Nel processo di editing, colore, movimento, ritmo e suono interagiscono mescolando differenti livelli di significato e creando nuove associazioni di immagini e nuovi potenziali sviluppi narrativi.
Interessata all’opportunità offerta dal Programma di Residenza ROSE di realizzare un progetto inedito in stretta connessione con il patrimonio culturale della città di Bologna, l’artista si è proposta di sviluppare una riflessione che affonda le sue radici nell’analisi funzionale dei contenuti digitali e nell’osservazione e rappresentazione scientifica del corpo umano.
Ispirato dall’esplorazione del vasto mondo del ‘purpose made stock footage’, Something for the Ivory, progetto di ricerca già avviato nel 2017 con l’opera video omonima e di cui la mostra costituisce il secondo capitolo, riflette sulle implicazioni concettuali alla base della produzione e dell’uso di immagini e video di repertorio, creati e resi disponibili su piattaforme online per essere liberamente acquistabili e utilizzabili per i più svariati contenuti ed impieghi.
Durante il periodo di residenza a Bologna, la ricerca di Dowling si è orientata sul rapporto tra corpi e dinamiche produttive, mettendo in relazione il processo di creazione di ‘filmati stock appositamente realizzati’ con l’attività di Anna Morandi Manzolini (1714 – 1774), nota scultrice e al tempo rarissimo caso di anatomista donna, di cui l’artista ha potuto osservare l’originale collezione ceroplastica esposta presso il Museo di Palazzo Poggi afferente a SMA – Sistema Museale di Ateneo.
L’esperienza di Helen Dowling nella Residenza per Artisti Sandra Natali trova espressione complementare alla mostra nell’omonima pubblicazione bilingue (italiano/inglese) stampata da Edizioni MAMbo, con prefazioni istituzionali di Roberto Grandi e Lorenzo Balbi, un testo di Perri MacKenzie e un dialogo tra l’artista e Giulia Pezzoli.
L’Istituzione Bologna Musei desidera rivolgere un particolare ringraziamento a Ilaria Bianchi, Lucia Corrain, Irene Graziani, Annalisa Managlia e Martina Nunes per il prezioso supporto scientifico accordato.
La mostra Something for the Ivory è realizzata con il supporto organizzativo di Absolut Eventi & Comunicazione.
L’apertura al pubblico si svolge venerdì 7 maggio 2021 alle h 11.00, in occasione di ART CITY Bologna 2021.
Si ricorda di presentarsi muniti di mascherina e di mantenere la distanza interpersonale all’interno degli spazi espositivi.
Fonte: Ufficio Stampa Istituzione Bologna Musei