Anche tre italiani, Antonio Faccilongo, Lorenzo Tugnoli e Gabriele Galimberti sul podio del concorso di fotogiornalismo più importante al mondo.
È l’abbraccio tra Rosa Luzia Lunardi, 85 anni, e l’infermiera Adriana Silva da Costa Souza, nella casa di cura Viva Bem, a San Paolo del Brasile, ad aver vinto la 64a edizione del World Press Photo: l’annuncio è stato dato nel pomeriggio del 15/04 ad Amsterdam. Lo scatto, realizzato il 5 agosto 2020 dal fotografo danese Mads Nissen, si è aggiudicato il World Press Photo of the Year 2021. Un’immagine, dunque, legata alla pandemia che ha stravolto il mondo, ma che qui coglie l’emozione di un piccolo ritorno alla normalità grazie alla “tenda dell’abbraccio”. Come in Europa, anche in Brasile – dove, però, il presidente brasiliano Jair Bolsonaro aveva ignorato ogni avvertimento sulla gravità della pandemia e il pericolo rappresentato dal virus – le case di cura hanno chiuso le porte ai visitatori, impedendo a milioni di brasiliani di fare visita ai loro parenti anziani.
Gli operatori delle case di cura hanno ricevuto l’ordine di ridurre al minimo il contatto fisico con i più vulnerabili. Al Viva Bem, una semplice invenzione, “la tenda dell’abbraccio”, ha permesso di nuovo alle famiglie di abbracciarsi. Il Brasile ha chiuso il 2020 con uno dei peggiori conteggi a livello mondiale: 7,7 milioni di contagi e 195.000 di morti, per il modo in cui è stato affrontato il virus.
La foto sarà esposta – con le altre vincitrici annunciate giovedì 15 aprile – a Palazzo Madama a Torino, sede dell’anteprima nazionale della World Press Photo Exhibition 2021, la cui apertura al pubblico è prevista il 7 maggio 2021 (DPCM permettendo). La mostra approderà a Torino per il quinto anno consecutivo, grazie all’impegno di Cime, partner della World Press Photo Foundation di Amsterdam e della Fondazione Torino Musei.
Ogni anno migliaia di fotoreporter delle maggiori testate editoriali internazionali, come National Geographic, BBC, CNN, Le Monde, El Pais, si contendono il titolo nelle diverse categorie del concorso di fotogiornalismo. Tutto è iniziato nel 1955, quando un gruppo di fotografi olandesi organizzò il primo concorso internazionale “World Press Photo”. Da allora l’iniziativa ha acquistato slancio fino a diventare il concorso fotografico più prestigioso del mondo e la mostra di fotogiornalismo più visitata: ogni anno la mostra viene allestita in oltre 120 città in 50 paesi.
Nel gennaio 2021, la valutazione del concorso World Press Photo 2021 è avvenuta online, per la prima volta nella sua storia, con sette giurie specializzate presiedute da NayanTara Gurung Kakshapati e MuyiXiao, che hanno selezionato le migliori immagini e storie in ciascuna delle otto categorie del concorso. Quest’anno 4.315 fotografi da 130 paesi hanno presentato 74.470 immagini.
World Press Photo 2021 è giunta alla 64a edizione del concorso e ha visto premiate ad Amsterdam otto sezioni: Contemporary Issues, Environment, General News, Long-Term Projects, Nature, Portraits, Sports, Spot News. Oltre alla World Press Photo of the Year 2021 è stata premiata anche la World Press Photo Story of the Year 2021, riconoscimento che va per la prima volta a un italiano, Antonio Faccilongo di Roma, con un servizio per Getty Reportage dal titolo Habibi (“amore mio”).
Circa 4.200 palestinesi sono detenuti nelle carceri israeliane, alcuni dei quali con condanne da 20 anni o più: dal momento che le visite coniugali sono negate e il contatto fisico è vietato fin dai primi anni 2000, i detenuti palestinesi che desiderano avere figli contrabbandano il loro sperma fuori dalla prigione, nascondendolo, per esempio, nei regali agli altri figli. Habibi racconta proprio il coraggio e la perseveranza di queste persone sullo sfondo di uno dei conflitti più lunghi e complicati della storia moderna.
Protagonisti anche altri due italiani. Primo premio, nella sezione Storie – Notizie Impreviste, per Lorenzo Tugnoli di Ravenna, dell’agenzia Contrasto, che ha raccontato l’esplosione del 4 agosto 2020, causata da più di 2.750 tonnellate di nitrato d’ammonio ad alta densità, a Beirut, in Libano: lo scoppio ha danneggiato o distrutto circa 6.000 edifici, uccidendo almeno 190 persone, ferendone altre 6.000 e causando più di 300.000 sfollati.
Gabriele Galimberti, toscano, originario della Val di Chiana, con un reportage realizzato per National Geographic, ha vinto il primo premio in Serie di ritratti. Racconta per immagini un dato: secondo lo Small Arms Survey, la metà di tutte le armi da fuoco possedute da privati cittadini nel mondo, per scopi non militari, si trova negli Stati Uniti. Il numero di armi da fuoco è superiore alla popolazione del Paese: 393 milioni di armi contro i 328 milioni di persone.
Fonte: Ufficio Stampa Palazzo Madama – Stefania Audisio