Lunedì 30 agosto 2021 chiudono le mostre La Madonna delle Partorienti dalle Grotte Vaticane e Ritratti d’oro e d’argento. Reliquiari medievali in Piemonte, Valle d’Aosta, Svizzera e Savoia, allestite nelle sale di Palazzo Madama, che hanno avuto un grande successo di pubblico.
La Madonna delle Partorienti dalle Grotte Vaticane (ultimo decennio del XV sec.), il prezioso affrescorealizzato da Antoniazzo Romano (1435-1508) alla vigilia del Giubileo del 1500, presentato per la prima volta al pubblico dopo un lungo e complesso restauro, si trovava in origine nel transetto meridionale della vecchia basilica, sopra l’altare della cappella Orsini.
Durante i lavori per la costruzione del nuovo San Pietro, l’affresco fu staccato dalla parete e nel 1574 fu collocato in una nicchia dietro un altare a ridosso del muro che divideva l’antica chiesa dal cantiere del nuovo San Pietro. Qui continuò a raccogliere la devozione dei fedeli e, soprattutto, delle donne in attesa del parto. Rimosso anche da questo luogo nel 1605, venne poi portato nelle Grotte Vaticane e nel 1616 trovò definitiva collocazione in una cappella appositamente ricavata sotto il pavimento della basilica. L’immagine della Madonna delle Partorienti – o “degli Angeli” – come veniva chiamata nel Cinquecento – venne allora ridotta di dimensione, perdendo l’originaria mandorla con variopinte figure di cherubini, che tuttavia si possono ammirare nell’inedita e attendibile proposta ricostruttiva presentata in mostra.
La mostra Ritratti d’oro e d’argento, a cura di Simonetta Castronovo, espone una galleria di busti reliquiario dal Trecento al primo Cinquecento, provenienti da tutte le diocesi del Piemonte e raffiguranti santi legati alle devozioni del territorio e alle titolazioni di determinate chiese locali, oltre ad alcuni esemplari dalla Svizzera e dall’Alta Savoia.
Documentati già dall’XI secolo per contenere la reliquia del cranio di certi santi, i busti sono a tutti gli effetti dei ritratti in oreficeria, solitamente in rame o in argento dorato, spesso arricchiti da pietre preziose, vetri colorati e smalti. Una produzione specificatamente medievale, in cui convivono il gusto per il ritratto di tradizione classica e le pratiche devozionali teorizzate da alcuni ecclesiastici e filosofi del XII secolo, secondo cui la contemplazione dell’immagine di un santo, realizzata con materiali preziosi, poteva condurre il fedele verso l’elevazione spirituale. I busti e le teste reliquiario si configurano quindi come opere di valenza doppia: sia opere d’arte sia ricettacolo delle reliquie dei santi che rappresentano e in quanto tali oggetto della venerazione dei fedeli.
Prosegue fino al 26 settembre 2021 la sezione della mostra allestita al Museo del Tesoro della Cattedrale di Aosta.
Chi non avesse ancora avuto l’opportunità di visitare le due esposizioni a Palazzo Madama, può farlo in quest’ultima settimana di apertura.
Fonte: Ufficio Stampa Fondazione Torino Musei