Per la quarta giornata della XV edizione del festival internazionale di creazione contemporanea Short Theatre ci si sposta alla Pelanda del Mattatoio di Roma, dove il festival proseguirà fino al 13 settembre.
Al centro della programmazione del 7 settembre, l’inaugurazione dell’opera Liquid Violence di Forensic Oceanography, progetto di ricerca artistica con sede presso la prestigiosa Goldsmiths University of London, che indaga criticamente il regime di frontiera militarizzato nel Mar Mediterraneo. La video-installazione, che sarà visitabile ogni giorno per tutta la durata del festival, verrà presentata al pubblico alle ore 19.30 in occasione dell’incontro, dal titolo Immagini alla deriva, con Lorenzo Pezzani, componente di Forensic Oceanography, la giornalista di Internazionale Annalisa Camilli, le filosofe francesi Françoise Vergès ed Elsa Dorlin, fra gli ospiti più importanti di questa edizione, la sociologa e docente della New York University di Firenze Angela Pesarini e, in collegamento video, la ricercatrice americana Camilla Hawthorne.
Come tutte le opere di FO, Liquid Violence è un lavoro collaborativo che sfrutta il formato e il contesto artistico per generare un’azione di attivismo concreto, contribuendo a fornire dati scientifici per inchieste e azioni legali legate ad alcuni casi avvenuti nel Mediterraneo.
Frutto di quattro ricerche/indagini sviluppate negli ultimi nove anni, ognuna delle quali affronta una specifica modalità di violenza di frontiera, l’opera si articola in quattro video che compongono una rappresentazione grafica della cronologia temporale del controllo dei confini e della mancata assistenza in mare, che mette in evidenza le drammatiche conseguenze di questo modello per la vita dei migranti. Unendo le testimonianze umane alle tracce lasciate da sensori digitali (radar, immagini satellitari e software di geolocalizzazione), Forensic Oceanography contesta tanto la violenza dei confini quanto il regime estetico, la narrazione visiva, su cui questa sorveglianza militare si fonda, soffermandosi sulle questioni etiche e sulle sfide politiche che riguardano la rappresentazione della violenza. “Se da una parte la maggior parte del nostro lavoro si concentra sulla violenza dei confini, tuttavia questo stesso non esisterebbe senza l’incredibile coraggio di chi rifiuta l’esistenza dei confini e decide comunque di attraversare il mare, così come di chi agisce in solidarietà con queste persone. Questo lavoro riguarda anche loro e il mondo che ci permettono di immaginare” dichiara Lorenzo Pezzani di FO, che sull’utilizzo della tecnologia aggiunge “Gli smartphone sono diventati un simbolo delle migrazioni globali. Fanno parte di ciò che è stato definito “mobile commons”: tutti quegli strumenti, conoscenze pratiche e strategie organizzative impiegate dai migranti per superare le limitazioni imposte alla loro mobilità. Sono anche diventati i simboli di un nuovo sistema di documentazione e produzione di prove, che permette di smentire le narrazioni ufficiali dello stato e delle imprese e di sfidare la tirannia della loro verità.” Scettico Pezzani su come la questione drammatica si evolverà in futuro: “Spero che ci sarà un giorno in cui potremo ripensare alla morte dei/lle migranti nel Mediterraneo come un ricordo del passato ma, d’altra parte, temo che questo non accadrà nei prossimi quindici anni. Da quando i/le migranti hanno iniziato a morire nel Mediterraneo, già più di 30 anni fa, in molti hanno denunciato ciò che stava accadendo in mare.”
Il 7 settembre è anche il giorno in cui inizia la programmazione di Panorama Roma, la sezione curata da Fabrizio Arcuri dedicata alle evoluzioni della scena romana, che quest’anno si intreccia con il progetto europeo Fabulamundi – Playwriting Europe e ospita i work in progress di Alessandra Di Lernia, Frosini/Timpano, lacasadargilla, Manuela Cherubini + Luisa Merloni e Veronica Cruciani. Si inizia con il doppio appuntamento, alle 16 e alle 19.30, con la compagnia Frosini/Timpano che quest’anno lavorano sul testo The Writer della pluripremiata scrittrice britannica Ella Hickson, aprendo le porte del loro cantiere creativo al pubblico. The Writer è un dramma meta-teatrale su una giovane scrittrice che sfida lo status quo ma scopre il costo personale della creatività. Frosini/Timpano lo affrontano attraverso una lettura critica che cerca di mettere in evidenza alcune domande sul teatro e sul mondo: la funzione dell’arte, della scrittura, del teatro, della rappresentazione, il controverso rapporto tra l’arte e la società, tra scena e platea, tra il mondo del teatro ed il denaro, e quindi il potere, in un mondo governato da uomini. “Emerge chiara l’istanza femminile in un mondo patriarcale gestito e diretto da maschi. Ci si interroga sulla forma drammaturgica stessa, sulla possibilità di cambiarla, inventarla, rompendo le forme che ci sembrano consuete e assodate e che sono anche organiche al mondo sociale ed estetico diretto dagli uomini. Tutte queste domande sono aperte, non trovano risposte, ma risuonano continuamente nella costruzione drammaturgica del testo” è la riflessione centrale di Frosini/Timpano.
Short Theatre fa parte di Romarama, il palinsesto culturale di Roma Capitale.
Fonte: Ufficio stampa GDG Press