Il disco “Rari nantes” è il titolo del debut album della Scat Gatt Orchestra da oggi disponibile sulle piattaforme digitali.
Un lavoro dalla lunga gestazione e dalle profonde riflessioni che nascono dai tristi avvenimenti che da oltre un decennio impoveriscono la civiltà occidentale.
Le musiche in Rari nantes invogliano gli ascoltatori al riflessione sul tema cogente come le migrazioni di popoli, gli approdi e i naufragi; e rappresenta un viaggio sonoro fatto di paesaggi immaginari, un diario di bordo di naviganti, naufraghi alla deriva che, come in una maledizione – quella di Ulisse – non giungeranno mai realmente ad approdare in un luogo “ospitale”.
I naviganti portano con se i canti, le credenze, le tradizioni, i miti e le leggende dei paesi del bacino del Mediterraneo nel quale si è evoluto, nei secoli, un concetto molto semplice: rispettare le antiche leggi dell’ospitalità.fatto di paesaggi immaginari, un diario di bordo di naviganti, naufraghi alla deriva che, come in una maledizione – quella di Ulisse – non giungeranno mai realmente ad approdare in un luogo “ospitale”.
I naviganti portano con se i canti, le credenze, le tradizioni, i miti e le leggende dei paesi del bacino del Mediterraneo nel quale si è evoluto, nei secoli, un concetto molto semplice: rispettare le antiche leggi dell’ospitalità.
Il lavoro prende spunto dall’opera Spengleriana del Tramonto dell’Occidente, ossia quando una civiltà ha esaurito tutte le possibilità di sviluppo allora tramonta.
“E’ questo il nostro punto di partenza – dichiara Daniele La Torre (nella foto), conductor dell’orchestra – e cioè l’eterno ritorno che trova fondamenti – oltre che nella Vichiana lezione – in tutte le religioni, i rituali tribali e “le credenze” popolari.
L’idea di questo progetto nasce dalla speranza che ci sia un mondo, in un osmosi continua tra dilatazione e restringimento (come il corpo del serpente Uroboru a dettare il tempo di un kali yuga), generato da un reset totale per permetterci di ricominciare. In questa deflagrazione però ci sono dei superstiti – “rari nantes ” (detto latino che indica chi si salva da un naufragio), raccogliendo qui e lì frammenti delle precedenti civiltà e tentando infiniti approdi attuano quello che è un nuovo inizio. Dunque la questione delle masse in movimento è solo uno spunto per riflettere su ciò che attualmente i “poteri forti” operano. L’accoglienza, l’inclusione sono temi antichi come il mondo, basta solo ricordare che Ulisse al cospetto di un mostro – Polifemo – invoca le Antiche – inviolabili – leggi dell’ospitalità.
Rari nantes in gurgite vasto è una locuzione latina traducibile con «rari nuotatori nel vasto gorgo» ed è un proverbio riferito a un generale periodo di crisi, come un naufragio, dove gli sventurati riescono a mantenersi a galla e a superare le avversità.
La Scat Gatt Orchestra ha immaginato questo naufragio come la fine che sempre ritorna, come in un diluvio epocale che porta via con se una civiltà irrigidita.
Con il punto di vista di chi vive il mare, solcandolo verso nuovi orizzonti oppure subendo la sua forza, è possibile ottenere testimonianze di “custodi della speranza” per un nuovo attracco ospitale.
In un immaginario viaggio alla deriva, il mare, per sua natura veicolo di culture, saperi, civiltà, eroi ma anche di sventure; diventa il punto di osservazione.
La Scat Gatt Orchestra ha un repertorio molto eterogeneo e presta l’orecchio ad armonie non sempre occidentali affrontando un lavoro di ri-assemblaggio e ricomposizione di cellule ritmiche e melodiche provenienti dai Raga Indiani, delle progressioni armoniche-melodiche dell’est Europa, dai Maquam della vasta musica Orientale alle ibridazioni avvenute all’inizio dell’900 di musiche nostrane (tarantelle, mazurke, valzer) con la musica d’oltre oceano, dunque il Tango, il Choro…
La ricerca effettuata spazia dalla produzione inedita incentrata sulla sperimentazione dei linguaggi strumentali jazz ed etnici autoctoni, alla musica Klezmer (trattata come una suite di danze in cui si intersecano linguaggi della produzione di musica occidentale dell’800 – Mozart, Paganini, Beethoven, Brahms Shostakovich, Tchaikovsky) alla produzione etnica europea, con innesti di tradizione tardo barocca napoletana, classica napoletana, riadattati e ibridati alla sonorità del tango, fino ad approdare alla produzione musicale contemporanea, esplicita nel mondo della produzione cinematografica, di autori come Boris Kovac, Evan Lurie, Rota, Galliano. Grazie a questo approccio la produzione inedita della SGO risulta fortemente influenzata da questi “approdi”.
L’orchestra è formata da:
Daniele La Torre conduction, plettri e chitarre; Daniele De Santo contrabbasso; Nico Sommese clarinetto e sax alto; Salvatore Torregrossa keys piano e fisarmonica; Anna Rita Di Pace violino; Fernando Marozzi violino; Antonio Cece chitarra elettrica e program; Saverio Giugliano sax tenore; Alessio Castaldi sax baritono; Ciro Riccardi tromba, flicorno e bombardino; Aurora Arenare trombone; Marco Fazzari batteria; Luca Cioffi percussioni e tabla; Carlo Gentiletti Sound Designer.
Inoltre Pilar Penalosa Lopez grafica e design; Simona Giglio Video visual art live.
Gli Interpreti: Dalal Suleiman, Clara Bocchino, Paola Maria Cacace, Ilaria Cecere, Rosalba Alfano, Nika Solce, Lello Giulivo.
Fonte: Ufficio Stampa Hungry Promotion