Il 31 dicembre del 2018 Andrea Laszlo De Simone chiudeva il percorso di “Uomo Donna” con la pubblicazione a sorpresa del video di Sparite tutti e lasciava un personale messaggio di arrivederci rivolto al futuro e a tutti gli ascoltatori della sua musica.
Un futuro che si è manifestato in questo 2019 appena passato, ricco di sorprese, di nuove scoperte e appuntamenti importanti partito con la menzione da parte dei The Lumineers e il successivo invito da parte della band americana ad aprire la loro data italiana davanti a migliaia di persone all’Alcatraz di Milano e conclusosi – appunto – con la pubblicazione di “Immensità”.
L’ultimo lavoro di Andrea (pubblicato come il precedente da 42 Records) ha dominato quasi tutte le classifiche di fine anno pubblicate dai media musicali italiani, affermando ancora una volta Andrea Laszlo De Simone come un artista unico nel suo genere.
Un mini-tour che lo ha visto sul palco insieme ad altri otto musicisti in una formazione orchestrale registrando il tutto esaurito in ognuna delle quattro tappe. (Roma, Torino, Padova, Milano)
Non solo: due brani estratti proprio da “Immensità” – La nostra fine e Immensità – sono stati selezionati dalla regista Elisa Fuksas per il suo film “The App”, uscito su Netflix lo scorso 26 dicembre.
Un anno fortunato quindi, che ha confermato Andrea come uno dei talenti più puri del panorama musicale italiano. Un vero e proprio artigiano della canzone: Andrea Laszlo De Simone non è, infatti, solo un cantautore, ma anche un compositore, un arrangiatore e un produttore. Andrea è un artista che aderisce alla più tradizionale idea di musica d’autore italiana e proprio per questo nel contesto attuale pare sorprendere e acquisire il merito di essere un innovatore. Ogni aspetto della sua musica è curato in prima persona, in un’intimità creativa che gli è sempre stata necessaria e che, questa volta, ha dato vita ad una composizione dall’aria classica, ripresa e riarrangiata dallo stesso per le parti musicali consegnate agli elementi della sua piccola orchestra.
Non è di minore importanza l’attenzione che Andrea riserva da sempre anche alla parte visuale del suo lavoro, scrivendo e co-firmando la regia di tutti i suoi videoclip.
A coronamento di questo percorso e in assoluta coerenza con il concept di circolarità del tempo della suite, l’ultimo dell’anno Andrea ha pubblicato il mediometraggio di Immensità, del quale ha curato il soggetto e in alcune parti anche la regia e il montaggio. Un’opera filmica empirica che ha l’obiettivo di unire in un’unica trama i 4 videoclip delle canzoni, di fatto i 4 capitoli della suite, che prossimamente verrà pubblicata anche in Francia da Ekleroshock/Hamburger Records (Polo&Pan, Benjamin Clementine, Limousine e molti altri) che porteranno la musica di Andrea al di fuori dei confini nazionali.
Vogliamo riportare le parole di Andrea, che ha presentato così il mediometraggio di “Immensità” sui suoi canali social:
“Alla vigilia dell’ultimo giorno dell’anno fare un bilancio è inevitabile. Questo è stato un
anno indimenticabile. Da un disco nuovo ad una figlia nuova di zecca. E’ successo tutto.
Collaborazioni con registi, videomaker, musicisti francesi e italiani, l’amicizia sincera con i The Lumineers, il tour, un piccolo studio messo su con un piccolo grande pugno di amici, la seconda elementare di mio figlio, una marea di canzoni nuove, idee, progetti. Un annoche ne vale 10, forse 20.
Per certi versi si potrebbe dire che le cose via via si sono fatte sempre più serie, che sono diventato adulto. Ma io vengo dal gioco e dall’amatoriale. Dalle idee completamente fini a se stesse e senza
pretese. Ed è con questo spirito che ormai parecchi mesi fa ho cominciato un piccolo gioco portato avanti part-time, l’ennesimo esempio di quanto io sia assolutamente privo di senso pratico e di senso degli affari.
Per il nuovo album “Immensità” avevo previsto di fare 4 video clip. Quello che non avevo assolutamente previsto è che avrei disseminato ogni video con piccoli elementi, spiragli che mi avrebbero dato la possibilità di giocare, in maniera del tutto amatoriale, ad unire ogni videoclip sotto un’ unica trama, creando un mediometraggio a dir poco assurdo, scomposto e grottesco.
Qualsiasi critico o analista potrebbe liquidare tutto ciò in un attimo, perché se uno guardasse questo “mini film” come un “prodotto” o una “proposta” saprebbe bene che è attaccabile sotto ogni punto di vista. Ma questo è un gioco, non è arte, non è materia da critici ne da chi guarda il mondo pensando a ciò che funziona, a ciò che vale la pena fare o non fare ai fini commerciali o del vanto personale. Questo sono io che gioco con il pongo insieme ai miei figli, che bevo un amaro insieme ai miei amici, che parlo di politica con i miei genitori o che disegno con la mia fidanzata.
E’ questa per me l’immensità. E’ un indefinito campo di possibilità.
E’ un gioco che non pretende niente e che tutto da o che tutto pretende e niente da.
E’ la voglia che nessuno potrà togliermi mai.”
Fonte: Ufficio Stampa GDG Press