Con una lunga e circostanziata lettera al Procuratore Capo della Procura di Bari le Associazioni Culturali e Sociali, che hanno sostenuto Felice Basile di Altamura (Ba) il 22 gennaio scorso con nonché custode giudiziario nella procedura esecutiva immobiliare, rilanciano con una richiesta di incontro nel quale vorrebbero “esprimere le preoccupazioni per quello che potrebbe accadere nel luglio di quest’anno, quando il custode giudiziario dovesse presentarsi a esigere la consegna dell’abitazione con un accesso forzoso, a fronte di palesi illegittimità che la Magistratura non ha ancora avuto modo e tempo di esaminare e valutare al fine anche di evidenziare procedimenti e comportamenti lesivi delle norme in vigore”.
Si tratta dell’Associazione Culturale Orizzonte e Associazione Regionale Pugliesi di Milano, dell’Associazione Difesa dei Beni dalle Aste Giudiziarie, dell’Associazione Musicale Ludica e Teatrale Amlet, di Radio Altamura 1, dell’Associazione Arché e dell’Associazione Ferula Ferita.
Che cosa contiene l’epistola al Capo della Procura? Riassume la necessità che si applichi una giustizia giusta e le preoccupazioni del perché finora non si sia riusciti ad affermarla, dal momento che diverse denunce inviate dallo stesso Felice Basile giacciono dormienti in Procura senza segnali evidenti di interesse. Un percorso a ostacoli quello di Felice e di Maria Simone, la moglie, compagna preziosa in questi anni di crisi economica che ha falcidiato molte piccole e medie aziende in Italia. Molti imprenditori non ce l’hanno fatta. Hanno ceduto nel fisico e nel morale. Hanno rinunciato alla vita!
La vicenda di Felice Basile ha molti punti oscuri. Ha al suo centro la politica finanziaria di due banche locali, una in cui era addirittura socio. “Non si può per circa 1.000,00 euri extrafido chiudere la borsa del credito e ingiungere il pagamento tassativo del debito contratto nel giro di pochi giorni. – chiarisce Basile – E non si può respingere la richiesta di rateizzazione del debito e neppure mettere in sofferenza il debitore passandolo come insolvente e chiedendone il fallimento, richiesta due volte respinta dal Tribunale”. E ancora si chiede: “Come si fa, che Giustizia è quella che concede il pignoramento dei beni di un valore enormemente superiore al debito verso le banche e getta sul lastrico una famiglia dopo aver indetto aste irregolari in cui si è presentato un solo acquirente, guarda caso dipendente di una delle banche interessate? Cosa può e deve fare un cittadino per esigere giustizia?”.
Scrivere alle Somme Autorità di questo paese: al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, al Governatore della Banca d’Italia riassumendo i fatti e chiedendo finalmente Giustizia! Risposte ce ne sono state, vaghe, per lo più silenzio. Di recente il Presidente della Repubblica ha comunicato che avrebbe passato il suo fascicolo ad una Commissione speciale del CSM. E anche con esposti/denuncia indirizzati alla Procura della Repubblica di Bari, finora silente. Il tutto raccolto in un libro che significativamente ha come titolo “L’Italia al contrario” di come dovrebbe andare. Un libro che affronta i tre cardini della nostra condizione: il lavoro, le banche, la Giustizia. C’è da dire che a Felice Basile è stato portato via anche il laboratorio in cui insieme ad altri soci e dipendenti lavorava al progetto “Vettore Idrogeno”, come propulsivo e carburante pulito per la trazione e il riscaldamento. In qualsiasi altro paese sarebbe stato sostenuto, invece qui da noi si chiude tutto senza prospettive future. Per questo Il Procuratore Capo della Repubblica di Bari è considerato il giudice di Berlino a cui si appellano le Associazioni, perché intervenga per oliare i meccanismi della Procura, forse arrugginiti e tardivi, mentre quelli del Tribunale sono bel oliati se a marce forzate ha già più volte chiesto l’accesso forzoso alla sua abitazione. Ma le Associazioni credono che il meccanismo vada invertito e hanno fiducia nella Giustizia che non può abbandonare la nostra terra.