Il prossimo 25 aprile l’associazione culturale Pila Gallery inaugura la mostra “Disegnare con il colore”, presso le sale di Palazzo Penotti Ubertini, nel cuore di Orta San Giulio.
In questa raffinata location del ‘700, sarà esposta una selezione di opere di natura morta dell’artista genovese Angelo Elio Barabino, classe 1935 e uno dei fondatori del Gruppo 10.
Dopo un periodo giovanile da autodidatta, Angelo Elio Barabino decide nel 1950 di dedicarsi completamente all’arte iniziando uno studio approfondito, personale e presso istituzioni specifiche, di tutte le tecniche pittoriche e grafiche che ha accompagnato ed accompagna tuttora il suo percorso artistico.
Fondamentale per la sua poetica è il viaggio che intraprende nel 1967 a Parigi, dove ha l’occasione di osservare e studiare le opere Impressioniste, per poi indirizzarsi verso un personale colorismo.
In tutte le sue opere il colore è il protagonista assoluto: con pennellate nette pure e decise, l’artista utilizza la materialità cromatica per creare e dar vita ai suoi soggetti.
Parlando della mostra, l’organizzatore Ivano Balestrieri racconta “Abbiamo scelto di esporre una selezione di nature morte, uno dei soggetti prediletti del maestro. Osservando le opere si rimane incantati e affascinati dalla padronanza della tecnica e dalla sua abilità nell’usare il colore. Riesce a trasmettere grande vitalità e forza espressiva, nonostante si tratti di soggetti di per sé statici.”
Come spiega il critico Giuseppe Safforini, la forza espressiva è resa possibile anche dall’accostamento di coppie di colori complementari contrastanti: “Il rosso dei fiori contrasta con il verde delle foglie unendo anche sprazzi di viola che intersecano i gialli. Angelo Elio Barabino sovrappone i colori con spalmature successive, senza mai mischiarle. Per fare ciò aspetta che il primo strato di colore si asciughi prima di procedere con nuove spalmature. Un quadro può rimanere in lavorazione anche per diversi mesi fino ad ottenere l’intensità e la profondità d’immagine voluta e raggiungere la massima autonomia della forma e dell’espressione artistica.”
Fonte: Il Mondo del Vetro