A sfidare le mode musicali del momento e a disturbare il nuovo conformismo della musica italiana ci pensano i Bobby Joe Long’,s Friendship Party meglio conosciuti come Oscura Combo Romana. Romana di Roma Est, territorio d’ora in poi sottratto all’egemonia culturale dell’indie capitolino e di fumettisti di successo.
Esce il 19 aprile Semo Solo Scemi, il nuovo album per Contempo Records, anticipato dal singolo #perlasovranitànazionale.
Capitanati da Henry Bowers, un losco individuo che si fa chiamare come lo psicopatico personaggio di It di Stephen King, i BJLFP sembrano gli Skiantos del III millennio avvolti dalle tenebre e cresciuti ascoltando Bauhaus, Siouxsie, Depeche Mode.
Punk, new wave, synth pop, metal, EBM sono le coordinate sonore entro il quale si sviluppano i deliranti testi, dall’animo situazionista e dal gusto neodada, che articolano un disco manifesto, un concept album a chiusura della trilogia (o, meglio, “trucilogia”) iniziata nell’aprile 2016 con il primo album autoprodotto Roma Est (allora, disco del mese per Onda Rock) e proseguita nel 2017 con Bundytismo – ConcettiSostanzeMeanstream.
A legare il tutto, il ritorno del protagonista/narratore, sorta di Patrick Bateman (protagonista di American Psycho di B. E. Ellis) di periferia, poco yuppie e molto coatto. Se nel primo album il nostro era stretto in una sorta di limbo fra la Prenestina e la Tiburtina e nel secondo disco scopriva il mondo al di là di Roma Est – confrontandosi con l’universo femminile, personaggi pubblici e serial killer in un ironico e iperrealista turbine di disagio esistenziale -, in Semo Solo Scemi prende coscienza di una condizione di spirito del tutto irrimediabilmente corrosa: le liriche diventano ancora più allucinate, il nonsense prende il sopravvento, l’identità si sgretola e Bowers/Bateman si ritrova in una sorta di dimensione parallela in cui lucidi lampi di verità illuminano il caos generale della vita contemporanea. Come nel caso del brano EBM Allarme Pesci Palla (Non è una fake news), allegra presa in giro dell’analfabeta funzionale ma anche sarcastica fotografia della manipolazione mediatica di cui tutti siamo vittime. E così, fra strampalati personaggi distanti nel tempo e nello spazio e bizzarri animali, i BJLFP procedono traccia dopo traccia attraverso forzature, provocazioni e surreali analogismi, ricreando atmosfere alla Twin Peaks (Charles Starkweather), contrasti fra sonorità hardcore e melodie da carillon (#perlasovranitànazionale), sinfonie di synth e trionfo di puro punk in pezzi come nelle tracce Mondo Scemo Impazzito e Magno, Bevo e Tifo Roma. Fino ad arrivare al brano di chiusura, Aka Lawrence D’Arabia, in cui il protagonista/narratore, ormai completamente fuori di testa, crede di essere Lawrence D’Arabia (o forse Peter O’Toole), catapultato in una realtà alternativa. Fuori dal tempo, vittima dei propri sogni irrealizzabili, galoppa impazzito nell’immensa solitudine del deserto.
Fonte: GDG press