«Amici e compagni, ora che la tragedia del nostro processo è giunta al termine, siate tutti uniti con un solo cuore. Solo due di noi moriranno. Il nostro ideale e voi, vivrete a milioni. Fate tesoro della nostra sofferenza, del nostro dolore, dei nostri errori, delle nostre sconfitte, della nostra passione, per la battaglia futura e per la grande emancipazione.Siate come un unico cuore nell’ora più nera della nostra tragedia e fatevi forza». (Bartolomeo Vanzetti)
Nel 1920 a Boston, Massachusetts, Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, due italiani emigrati in America per cercare migliori condizioni di vita, vengono condannati a morte con la sola colpa di essere anarchici e, appunto, italiani. Un lungo calvario che si concluderà il 23 agosto del 1927, quando saranno giustiziati sulla sedia elettrica diventando martiri di ingiustizia e simbolo di libertà.
Nel 1971 il regista Giuliano Montaldo realizza un film sulla loro incredibile vicenda, “Sacco e Vanzetti”, un’opera che diventa subito un manifesto contro l’intolleranza, l’ingiustizia, la pena di morte. La colonna sonora, “Here’s to you” di Ennio Morricone e Joan Baez, diviene simbolo di libertà e difesa dei diritti umani, esaltando le coscienze dei giovani di tutto il mondo. Un vero e proprio successo internazionale, grazie al quale pochi anni dopo in Massachusetts viene proclamata la riabilitazione di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti e dichiarata al mondo intero la loro totale innocenza.
Nel 2017, a novanta anni dall’esecuzione e a cinquanta dalla riabilitazione, il film di Montaldo rivede la luce in una versione restaurata. Il restauro diventa occasione per raccontare, attraverso il documentario “La morte legale”, il lavoro straordinario di questo autore, che espone le motivazioni di una scelta coraggiosa, rivela l’intero percorso artistico e produttivo e tutti i retroscena di un film diventato fondamentale per la storia del cinema italiano e internazionale.
“La morte legale” di Silvia Giulietti e Giotti Barbieri, racconta e ripercorre la genesi di questa importante avventura cinematografica firmata dal maestro Montaldo, dalla gestazione travagliata ma anche colma di casi fortuiti e proficue collaborazioni. Gli autori ci catapultano in un viaggio storico, politico, professionale, umano soprattutto, che parte dagli anni ’20, attraversa gli anni ’70 e arriva fino ai giorni nostri, toccando temi delicati come l’immigrazione, la tolleranza e la pena di morte, tutte questioni di estrema attualità.
“La morte legale” riesce a raccontare la storia attraverso il cinema e il cinema attraverso la storia, grazie a un legame inedito e stimolante che guarda al passato per raccontare il presente. Come spiega Silvia Giulietti, produttrice e co-regista assieme a Giotto Barbieri: «La storia è un ciclo che si ripete nel tempo, non si deve dimenticare, la storia insegna: analizzare il passato per poter comprendere il presente. Il documentario non ha come centralità gli eventi storici, ma è il cinema a raccontare la storia. Le testimonianze dirette del maestro Montaldo, insieme a Ennio Morricone e tutti gli altri protagonisti, mettono in luce ogni fase della realizzazione di un’opera: la preparazione, lo sviluppo, la sceneggiatura, la scelta degli attori, l’accoglienza del pubblico e l’influenza sui giovani. Un grande insegnamento da tramandare alle future generazioni».
Prodotto da iFrame con il contributo del MiBACT, con l’amichevole collaborazione di Archivio Enrico Appetito, Libera Università del Cinema e con il patrocinio di Amnesty International Italia, “La morte legale” esce nelle sale giovedì 11 ottobre distribuito da Distribuzione Indipendente.
Foto in evidenza: una scena del film Sacco e Vanzetti con Rosanna Fratello e Riccardo Cucciolla
Fonte: Alessandra Sciamanna – Ufficio Stampa Distribuzione Indipendente