Sara Sgrò, artista 34enne di Prato, madre toscana e padre calabrese, riassume nella sua arte questi due elementi nell’indole, nell’immaginazione e nell’ispirazione.
Terra aspra la Calabria irta di monti, terra dolce la Toscana dalle dolci balze. La sua impronta artistica trova nel corpo di fanciulle esili e stilizzate, che impongono la loro grazia al mondo mai in pace, espressione vivace e multicolore, come lo sono le trasparenze dell’arcobaleno e della pace. Capelli fluenti neri e arruffati, come la gorgone o medusa del Caravaggio, Sara non atterrisce con il suo sguardo illuminato dagli occhi verde acqua, spalancato per bere le novità sul mondo, ma cerca di catturare la visione, il paesaggio, l’anima delle cose e delle persone per riprodurle nelle sue figure umane o nei ghirigori, quali labirinti da cui uscire per innalzarsi in volo e salvarsi.
Inizia a disegnare fin da piccola riempiendo quaderni e qualsiasi tipo di superficie disponibile. Si diploma in grafica pubblicitaria vincendo nello stesso anno un concorso per la creazione del logo di un istituto medico fiorentino e frequenta in seguito un corso di formazione nella scuola internazionale d’illustrazione e fumetto a Firenze.
A 21 anni inizia a lavorare come stilista di accessori per un famoso marchio di pelletteria collaborando alla creazione di borse per l’alta moda. Entra in seguito a lavorare come make up artist e beauty consultant per un’azienda milanese, esercitando per diversi anni la professione itinerante in varie zone d’Italia. Dopo 8 anni di esperienze tra i marchi più importanti di cosmetica abbandona tutto e parte per la Normandia per un corso di francese che la porterà a scoprire Parigi e a esprimere le passioni accantonate, tra cui la pittura e la fotografia. Lavora in bistrots parigini per 2 anni scoprendo ogni aspetto della città. Si ritaglia nel tempo libero da autodidatta lavoretti di fotografia per eventi e concerti, disegnando anche la notte, se necessario.
Nel 2014 espone per un mese in un locale di Parigi disegni e fotografie sul tema della nuova emigrazione italiana, ritraendo giovani volti e sensazioni di persone che come lei hanno lasciato il proprio paese alla ricerca di spazi e occasioni. Inizia così un nuovo percorso.
Nel 2016 concepisce il progetto di ritrarre la figura della Madonna collocandola nella società attuale e coinvolgendola nelle vicende mondiali.
Legatissima alle sue origini calabresi, dove risiede gran parte della sua religiosissima famiglia, Sara gioca da impertinente immaginando quale ruolo svolgerebbe oggi la Madonna, tuttavia in linea con la sua umiltà e pietà.
A cura della Associazione Culturale Orizzonte e il patrocinio del Comune di Poggiardo, Assessorato alla Cultura, l’esposizione è al Palazzo della Cultura in piazza Umberto I dal 28 agosto al 3 settembre, vernissage il 28 agosto alle ore 19,00. Orari: 10-12/17-20.