Presso la Galleria Marcantoni di Pedaso è in corso la mostra di Mario Vespasiani, un progetto che conduce la pittura ad innovazioni formali sorprendenti. Inaugurata il 21 luglio, giorno del cinquantesimo anniversario dell’allunaggio, con queste nuove opere Vespasiani ha sintetizzato il linguaggio estetico e attraverso la metafora del mondo marino, con la sua solita raffinatezza ha saputo rendere luminosa e suadente la pittura ad olio.
“Underworld” è il titolo del ciclo che racchiude gli inediti lavori su carta nei quali l’artista ha interpretato il mondo sommerso, sia marino che interiore.
La serie dei dipinti si presenta come una vera immersione nel mondo dell’inconscio e la sua ricerca si basa sul sapere delle grandi tradizioni, a livello sia concettuale che pratico.
Ha concepito per le due sale espositive – una completamente bianca e l’altra dalle pareti nere – altrettanti “fondali” che danno un senso di continuità con lo spazio, ora ipnotico e fluttuante come un acquario
Il fatto di voler mettere in evidenza il rapporto tra le due stanze bianco e nere ha un chiaro riferimento nel Tai-chi cinese, simbolo della polarità yin-yang, giorno e notte, dove ogni essere è miniatura del macrocosmo che lo contiene. Chiamati anche “i due pesci Yin e Yang“, ogni parte include un punto rotondo, che raffigura il seme del principio opposto nel loro alternarsi e compenetrarsi. Ma le attinenze non si limitano solo all’aspetto filosofico-naturalistico ma anche a quello storico-spirituale: secondo la religione cristiana i pesci furono salvati dal giudizio per la loro innocenza e il Cristo stesso è stato raffigurato come pesce e pescatore (di uomini). In Medio Oriente la Grande Madre di Efeso era rappresentata come una donna che portava un amuleto a forma di pesce davanti al sesso; in Cina, la Grande Madre Kwan-yin era anch’essa raffigurata in forma di pesce. In India Kalì è chiamata «colei che ha occhi di pesce» e l’animale in questione è anche un simbolo di Visnù.
In una pittura ad olio che sa smaterializzarsi, sono evidenti gli insegnamenti dello Zen che raccontano di una natura con cui entrare in contatto, della spontaneità e dell’ispirazione: l’artista li riassume in quattro passaggi – lavorare con abbandono, per cogliere le risorse interiori, facendo quello che si deve, consapevole del momento presente.
(Maggiori particolari sulla mostra nel nostro articolo del 27 luglio 2019)