La Galleria Rizomi e Artètipi APS di Parma (Strada Nino Bixio 50) presentano, dal 30 ottobre al 20 dicembre 2019, la mostra PELLEGRINI / BURLAND: Shape Vision Paper, nata dalle ricerche della Galleria sulle forme d’espressione ai confini dell’arte contemporanea.
Curata da Nicola Mazzeo, l’esposizione sarà inaugurata mercoledì 30 ottobre, alle ore 18.00, alla presenza degli artisti Simone Pellegrini e François Burland.
«Burland – spiega il curatore – è un autodidatta, da sempre associato alla Collection de l’Art Brut di Losanna. I suoi lavori sono caratterizzati da modalità espressive rituali e artigianali, da una ricerca che si avvale del folklore e di diverse forme di cultura contemporanea. Pellegrini è docente di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Bologna. La sua formazione accademica si riverbera anche nelle sue composizioni: tecniche miste che fanno uso della monotipia. Gli artisti sono tuttavia accomunati dall’utilizzo della carta come supporto ricorrente e dall’invenzione di alfabeti di forme con cui generano un universo di possibilità espressive».
«Carte – si legge nel testo di Maria Chiara Wang – come teatro di narrazioni collocate in un tempo indefinito, cosparse di immagini drammaturgiche e scenografiche; palcoscenico per processioni coreografiche di forme organiche e antropomorfe che rendono lo spazio semantico; visioni atemporali, in cui l’intuizione apre le porte ai significati celati sotto il mantello figurativo. Chi si trova al cospetto delle opere di François Burland e di Simone Pellegrini viene sottratto al “qui e ora” e proiettato in una dimensione spaziotemporale “altra”, complessa, misteriosa»
«La carta da spolvero usata da Simone Pellegrini – scrive Marco Petrocchi – conserva una patina opaca, autunnale, una consistenza ruvida esaltante quel tratto che, fine e asciutto, progressivamente si fa linea volume contorno andatura statura figura. Ci troviamo contro a pitture rupestri, raffigurazioni allo stesso tempo selvatiche e rituali, stampinate sullo sfondo beige che diventa la loro pelle. Se Pellegrini usa la carta come pelle delle sue figure, François Burland la ricopre di materie pe-santi e granulose, una concrezione di tratti che si sovrappongono, legati da una reciproca forza di gravità, per creare uno spazio simile ad una galassia attraversata da scie di colori e geometrie cosmiche».
La mostra è accompagnata da un catalogo di sessanta pagine contenente, oltre alle riproduzioni delle opere, i contributi interpretativi di Marco Petrocchi (Galleria Gli Acrobati, Torino), Maria Chiara Wang e Cristina Principale.
La bi-personale è aperta al pubblico da lunedì a venerdì ore 9.00-18.00, oppure su appuntamento (t. 339 7931250 / 347 4670645), chiuso venerdì 1 novembre. Per informazioni: t. 0521 208520, m. 339 7931250, info@rizomi.com.
Simone Pellegrini, nato ad Ancona nel 1972, vive e lavora a Bologna, dove insegna Pittura all’Accademia di Belle Arti e ha sede il suo studio. All’attivo conta più di trenta mostre personali, a partire da “Rovi da far calce” del 2003, anno in cui con il “Premio Lissone”, primo di numerosi riconoscimenti, inaugura una lunga stagione esposizioni, pubblicazioni e fiere internazionali. Nel 2005 vince il Premio “SerrONE. Biennale Giovani Monza” e negli anni successivi è selezionato, tra gli altri, per il “9° Premio Cairo” nel 2008 e il “V Premio Fondazione VAF” nel 2012. Sue opere appartengono a Palazzo Forti di Verona; Casa degli Umiliati, Musei Civici di Monza; Ca’ la Ghironda ModernArtMuseum di Bologna; la collezione permanente di Bologna Fiere e quella Unicredit; Collezione Volker Feierabend e la collezione permanente della Provincia di Reggio Emilia. Ha realizzato per la casa editrice francese Fata Morgana il libro d’artista “Dans la chambre du silence”.
François Burland nasce in Svizzera, a Losanna, nel 1958. Alla fine di un’adolescenza problematica, comincia a disegnare da autodidatta, rifiutando ogni tipo di formazione. Dal 2011 conduce progetti artistici con giovani migranti rifugiati in Svizzera. Il lavoro di Burland è presente in numerose collezioni private e pubbliche, come la Collection de l’Art Brut di Losanna, il Du Mont Kunsthalle a Colonia e il Los Angeles County Museum.
Fonte:; CSA _ Comunicazione per l’Arte