L’arte indiana antica possiede un repertorio vario e stratificato che oggi può essere colto solo parzialmente. Culla di tre religioni – buddismo, induismo e giainismo – ancora in vigore, l’India ha un patrimonio culturale estremamente ricco, anche se ciò che rimane è composto solo dai materiali più durevoli. Questa eredità racconta il rapporto dell’umanità con le forze che la sottendono e con l’universo in generale.
L’India è un territorio ricco di “divinità” di molti tipi che rappresentano tante forze spirituali e il loro travalicamento. Nonostante le divinità conservino il proprio nome, il loro significato viene continuamente rielaborato e cambiato. Questa mostra, a cura di Christian Luczanits, tra i massimi esperti internazionali di arte indiana, si concentra quindi sulle trasformazioni che le divinità subiscono dalle loro prime rappresentazioni figurative fino alle loro espressioni esoteriche (tantriche).
I cambiamenti di significato possono essere descritti solo parzialmente dai testi relativi alle divinità, ma le immagini parlano anche da sole oppure in relazione ad associazioni poetiche universali. Una yakṣī seducente e graziosamente modellata, spirito che sorge dalla terra, responsabile della fertilità e del benessere, può ad esempio chiacchierare con un pappagallo per impedire che esso sveli quanto successo la notte precedente. Al contrario, un Budda seduto e riccamente ingioiellato allude a un risveglio reinterpretato nella prospettiva del buddismo esoterico.
Gli oggetti esposti – oltre 70 sculture di piccole, medie e grandi dimensioni – non pretendono di essere rappresentativi dell’arte antica indiana nel suo insieme, ma costituiscono comunque una straordinaria introduzione a vasto raggio sull’arte antica di una delle nostre più complesse e affascinanti civiltà. La scelta del curatore rispecchia quello che è l’interesse occidentale nell’antica arte indiana, con una predominanza di temi buddisti e pacifici. Sono la qualità e la disponibilità di queste splendide opere ad aver determinato la selezione in mostra.
Il percorso espositivo si compone di nove capitoli: Metafore poetiche; Animali leggendari; Tradizioni a confronto; Storie edificanti; Poteri femminili; Diramazioni esoteriche; Miracoli; Coppia divina; Divinità cosmica e comprende sculture provenienti da diverse regioni dell’India, Pakistan e Afghanistan, coprendo un arco temporale di quattordici secoli, dal II secolo a. C. al XII secolo d. C.
La mostra sarà inaugurata sabato 26 ottobre al Museo d’Arte di Mendrisio e resterà aperta dal 27 ottobre 2019 al 26 gennaio 2020.
Christian Luczanits, curatore della mostra India antica al Museo d’arte Mendrisio, è tra i maggiori specialisti di arte indiana. Nato a Hinterstoder (Austria) nel 1964, si è formato all’Istituto di Studi tibetani e buddisti a Vienna e ha poi conseguito il dottorato sotto la prestigiosa guida di Maurizio Taddei. Ricercatore presso l’Università di Vienna, ha tenuto corsi presso gli istituti di Berkeley e Stanford (USA). Luczanits è stato inoltre conservatore del Rubin Museum of Art di New York. Nel 2009 -10 ha curato insieme a Michael Jansen la grande mostra sull’arte Gandhara tenutasi al Centro mostre del Palazzo governativo di Bonn, poi alla Martin-Gropius-Haus di Berlino e, infine, al Rietberg Museum di Zurigo. Professore all’Università di Londra (School of Oriental and African Studies), ha ultimamente lavorato in vari monasteri indiani e nepalesi alla creazione di spazi espositivi per le loro raccolte d’arte.
Fonte: Studio Lucia Crespi