Chissà per quale motivo Dio ha voluto che l’arcobaleno, simbolo del patto tra Lui e l’umanità (vedi la Genesi in 9-12) avesse proprio SETTE colori…come i SETTE doni dello Spirito Santo…. come le SETTE coppe dell’Apocalisse… come le SETTE trombe del Giudizio Universale… che, forse, suoneranno ognuna con una delle SETTE note musicali esistenti? E da quanti giorni è formata una settimana? E quante erano le Chiese menzionate nell’Apocalisse? Cosa vorrà dirci il Creatore con questo specifico numero?
Spesso nella Bibbia i numeri sono da intendere in senso letterale, ma in alcuni casi sono usati come simboli; di solito il contesto indica in che senso è usato un numero e il numero SETTE è usato spesso per indicare completezza. Ad esempio, Dio comandò agli israeliti di marciare intorno alla città di Gerico per sette giorni consecutivi e di marciare sette volte il settimo giorno (Giosuè 6:15). La Bibbia contiene molti altri casi in cui il numero sette è usato in modo simile (Levitico 4:6; 25:8; 26:18; Salmo 119:164; Rivelazione 1:20; 13:1; 17:10). Gesù disse a Pietro che avrebbe dovuto perdonare il suo fratello non “fino a sette volte”, ma “fino a settanta volte sette”, la ripetizione del numero “sette” doveva trasmettere l’idea che bisogna perdonare senza limiti (Matteo 18:21, 22).
Anche chi non ha una grande assuefazione coi testi sacri sa che essi sono costellati di numeri che spesso non devono essere computati quantitativamente, ma valutati qualitativamente, cioè come simboli. La creazione dell’universo nella Genesi distribuita nei sette giorni della settimana, destinata ad avere il suo apice nel sabato liturgico, è legata al fatto che il sette è un segno di pienezza e perfezione, naturalmente coi suoi multipli. In questa luce si comprende perché si scelgano nell’Apocalisse sette chiese, perché Gesù ci ammonisca di perdonare non solo sette volte, ma settanta volte sette, perché l’oro puro sia «raffinato sette volte», come si dice nel Salmo 12,7, perché settanta siano gli anziani del «senato» costituito da Mosè, settanta i discepoli inviati in missione da Gesù, settanta siano gli anni dell’esilio babilonese e settanta settimane d’anni scandiscano l’avvento finale del regno messianico, secondo il libro di Daniele (9, 24).
Questa ampia premessa mi riporta al tema di questa riflessione sulla nota, anzi notissima e sbandierata ‘bandiera della pace’; cosa vi è di strano? Proprio i SETTE colori che la compongono e la loro sequenza. Proviamo ad osservare un arcobaleno dopo l’usuale temporale, ora analizziamo il ‘vero arcobaleno’ e l’arcobaleno della nostra ‘bandiera della pace’. In natura i SETTE colori dell’arcobaleno hanno i colori invertiti rispetto alla bandiera. Nell’arcobaleno il rosso si trova in alto. Cosa significa questo? Nella Bibbia sappiamo che Dio, dopo il diluvio, fece comparire un arcobaleno sulla terra a ricordo del patto di non mandare più una distruzione simile in futuro sul genere umano.
Nella simbologia cristiana quindi l’arcobaleno, oltre a ricordare questo patto di Dio, ha anche un’altro significato: Dio è creatore di tutte le cose e, per ovvie ragioni, anche della Natura. Delle Leggi naturali e di tutte le cose che vediamo. L’arcobaleno così com’è in natura, con il rosso in alto, significa che noi sappiamo che senza di Lui non siamo niente, perché Dio è il nostro Creatore ed a Lui dobbiamo tutto. L’arcobaleno ci dice, con i suoi sette colori, che dobbiamo avere l’umiltà di guardare a Dio per sapere dove andare.
Invertire i colori ha questo significato esoterico: l’uomo non ha bisogno di Dio per vivere, ma può trovare tutte le risorse e le risposte dentro di sé. Quindi oltre ad essere un’offesa alle Leggi di Dio vuole anche essere e rappresentare un vero e proprio programma di vita: lottare contro il Creatore delle Leggi naturali.
Ma chi ha ideato questa ‘bandiera’ c’è da chiedersi, chi ne ha pensato il proprio valore ‘negativo’? Helena Petrovna Blavatsky nasce nel 1831, di SETTE mesi, in Ukraina nel sud della Russia, ad Jekaterinoslav (attuale Dniepropetrovsk), importante porto fluviale sulle rive del Dniepr, il 12 agosto 1831 alle ore 1 e 42 minuti o, secondo il calendario ortodosso allora in uso, nella notte tra il 30 e il 31 luglio. Helena era una bambina eccezionale e già in tenera età era consapevole d’essere diversa da coloro che la circondavano. Il suo possesso di certi poteri psichici sconcertava la sua famiglia ed i suoi amici. Allo stesso tempo insofferente verso qualunque autorità e profondamente sensibile, ella era dotata in molti campi: in quello linguistico, in quello musicale (era infatti una pianista di talento), in quello artistico; ella era, inoltre, un’impavida cavallerizza e fu sempre in stretto contatto con la natura. In età giovanile Helena sentì che era in qualche modo destinata ad una vita di servizio ed era consapevole di possedere una guida ed una protezione speciale. Questa donna divenne una delle più famose occultiste dell’epoca e fondò una società chiamata “Teosofica” che aveva come scopo principale quello di diffondere la magia a tutti i livelli e come scopo secondario quello di cancellare il cristianesimo dalla faccia della terra. Nel 1887 fondò una rivista chiamata Lucifer, nata per diffondere le scienze occulte.
Invito alla lettura del testo La satanica bandiera della pace Edizioni Segno, di Carlo Di Pietro “ la Bandiera della Pace, che atei e credenti, ricchi e poveri, laici e religiosi, sbandierano a più non posso da tempo a questa parte… è nata in ambiente teosofico per ispirazione della sua fondatrice. Perché parliamo di falsa bandiera della pace e dov’è l’inganno di questo vessillo del peccato? La “pace arcobaleno” è di Lucifero? I cattolici dovrebbero strappare questa bandiera? Il dono della pace è al centro della profezia di Fatima, in cui la Madonna afferma che il mondo è di fronte a un bivio cruciale: “Vi sarà pace solo se gli uomini si convertiranno e saranno esaudite le richieste del Cielo”. Protetti dalla bandiera arcobaleno si è diventati pacifici con il proprio peccato, giacendo con esso, e pacifisti con Dio, pretendendo una Chiesa buonista e politicamente corretta. Questa è una delle accuse di prostituzione di cui parla la Bibbia circa le infedeltà degli uomini verso Dio! Ecco perché la Conferenza Episcopale Italiana ne ha vietato l’esposizione sia nelle chiese, sia fuori di esse, rilevando l’incompatibilità di tale simbolo con l’identità cattolica”.