Si chiuderà domenica 8 dicembre l’undicesima edizione della Biennale dell’immagine di Chiasso che esplora, attraverso lo sguardo attento di fotografi nazionali e internazionali, un tema ricco di spunti: CRASH.
L’ultimo appuntamento per la sezione “incontri” è previsto per sabato 30 novembre al Museo Vincenzo Vela di Ligornetto. Si tratta della proiezione del film Umarete wa mita keredo (Sono nato, ma…) del regista Yasujiro Ozu(Giappone, 1932, 91’) con musiche composte ed eseguite al pianoforte da Francesca Badalini. Introduce la visione Marcello Seregni storico e archivista cinematografico.
Allo Spazio Officina di Chiasso l’esposizione del fotografo ucraino Boris Mikhailov che, con la mostra intitolata “TEMPTATION OF DEATH”, propone un viaggio attraverso i suoi scatti, tra passato e presente. È un’esposizione composta da 24 dittici in grande formato e dalla proiezione del lavoro completo dell’artista, con oltre 150 dittici, che include immagini del passato e nuove fotografie realizzate all’interno di un enorme crematorio a Kiev, costruito in epoca sovietica.
Alla Sala Diego Chiesa sono esposte le fotografie in bianco e nero del poliziotto e fotografo svizzero Arnold Odermatt. 32 immagini di incidenti stradali che Harald Szeemann presentò con grande successo alla Biennale di Venezia nel 2001. Una selezione diventata celebre nel mondo e che è presente a Chiasso con il titolo “ODERMATT THE BIENNIAL SELECTION. 32 PHOTOGRAPHS FOR VENICE 2001”.
In Piazza dei Colori una mostra all’aperto intitolata “GUARDARE L’UTOPIA”. Sono gli scatti degli studenti di fotografia della rinomata ECAL – Ecole cantonale d’art di Losanna, che manifestano, con queste immagini, le loro preoccupazioni e le loro speranze. Un’esposizione che racconta lo scontro tra l’arte della fotografia e le nuove, rapide e onnipresenti, tecnologie
Fino all’8 dicembre si può visitare, al Rifugio Pubblico di Chiasso, anche la creazione dell’artista svizzera Aline d’Auria. Il progetto, proposto da Chiasso_Culture in movimento, che con il coinvolgmento di alcuni cittadini immigrati in città dai paesi dell’Est Europa è un invito a tessere nuove relazioni e a esplorare il tema della diversità quale risorsa della natura umana.
Il m.a.x. museo dedica invece la sua mostra al padre della cartellonistica: “MARCELLO DUDOVICH (1878-1962) fotografia fra arte e passione”. La mostra ripercorre il processo creativo del cartellonista evidenziando il ricorso concettuale alla fotografia. Marcello Dudovich fece spesso ricorso all’immagine fotografica come base per l’elaborazione dei suoi manifesti.”
Altri venti spazi espositivi, pubblici e privati, a Chiasso, Mendrisio, Lugano Ligornetto, Porza e in diversi comuni della Svizzera italiana, ognuno con una prospettiva diversa e originale sul tema CRASH.
Fonte: Ufficio Stampa Biennale dell’immagine – Roberta Nicolò