Si potrebbero unire i titoli dei due saggi di Matteo Renzi per indentificare un assioma, un proposito, un programma.
“Avanti perché l’Italia non si ferma” è il precedente, pubblicato nel luglio 2017. Il nuovo, “Un’altra strada. Idee per l’Italia di domani”, si pone come il prosieguo ideale e l’indicazione sul percorso da compiere. Guardando indietro ma avanzando di due misure: un passo indietro e due avanti, per guardare agli errori fatti e per intensificare il cammino verso l’orizzonte. ‘Ma non ci si arriva mai!’
A chi obietterebbe così avrebbe risposto Ernesto Cardenal, il poeta sacerdote sandinista: ‘Ma serve ad andare…’ E Matteo Renzi indica tutte le ragioni che ci spingono a non indietreggiare davanti ai pericoli costituiti soprattutto dalla ideologia populista e sovranista che, non per gli accidenti della storia, ma per una continua, poderosa e assillante campagna disseminata di odio e di rancore, soprattutto di menzogne, fake news, spacciate per verità, hanno ostacolato il cammino del suo governo.
Certo, errori ne sono stati commessi, a partire dalla sottovalutazione del fattore comunicativo come strumento per far conoscere la politica riformista e combattere le campagne contro la scienza e contro ogni forma di iniziative sociali approvate. Renzi passa in rassegna tutte le riforme approvate durante il suo governo e quello successivo di Gentiloni, quella sugli 80 €, e poi del dopo di noi, sul caporalato, sulla responsabilità civile dei magistrati, sulla buona scuola, ecc. Si rammarica che gli investimenti sulle strutture scolastiche e sul personale, 10 miliardi, la somma più alta stanziata da un governo negli ultimi anni, abbiano provocato delle reazioni veementi nel corpo insegnanti, perché erroneamente era stato affidato ad un algoritmo il trasferimento dei docenti.
Soprattutto comprende che ci voleva più coraggio per continuare, per es. portando a compimento con il voto del Senato la legge sullo ius soli.
Renzi racconta come le sorti del riformismo italiano e internazionale siano andate cambiando dopo la vittoria del referendum con la vittoria del leave, e l’affermazione della Brexit, con una sequenza impressionante da Cameron, al francese Holland, alla Clinton per finire con la sua sconfitta alle politiche dello scorso anno. Tutto iniziò con il risultato negativo al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, anche se un buon 41% sostenne la proposta di cambiamento. Ma qui, in Italia, ha sperimentato come sia molto complicato trasformare in senso riformistico le istituzioni, sia per le opposizioni esterne che per il fuoco amico che teme per il controllo della Ditta. ‘Mentre a me importa – sostiene Renzi – cambiare l’Italia’.
Mettendo al centro la cultura e i bisogni dei cittadini, ma anche sconfiggendo la paura e sottraendo l’argomento immigrazione alla strumentalizzazione leghista, che ha fruttato finora enormi vantaggi in termini elettorali.
Non si nasconde i problemi di fronte alle impetuose novità ma riconosce che la globalizzazione e le nuove tecnologie aprono delle strade e offrono delle opportunità per tutti, in particolar modo per le nuove generazioni. Bisogna saperle cogliere! Per il lavoro e contro l’assistenzialismo, per creare condizioni di sviluppo e di progresso per le nuove generazioni non per mandare in pensione prima del tempo con un provvedimento demagogico che non tiene conto della previdenza giovanile futura.
Deplora la grande incapacità degli attuali governanti che hanno gravato l’Italia di ulteriore deficit, mentre tutti i provvedimenti finora presi, dal reddito di cittadinanza al decreto dignità, non hanno consentito di far avanzare l’Italia sul piano produttivo e occupazionale. Il no! dei 5 stelle alla Tap, alla Tav, all’Ilva, al terzo valico nascondono la mancanza di una visione del futuro, mentre la Lega promette riforme delle pensioni insostenibili e riforme fiscali che non hanno un supporto finanziario bilanciato con i conti dello Stato.
Sostegno all’Europa, anche se dovrà essere riformata con la elezione diretta del presidente, l’unificazione del sistema fiscale, difesa e politica estera comuni, chiarezza al suo interno nei confronti di chi la critica con idee sovraniste e utilizza i fondi europei per lo sviluppo del suo paese senza partecipare agli oneri che ne derivano. Ecco allora la necessità di un’altra strada: per ricordarsi delle cicatrici, per andare incontro alla nuova generazione e aiutarla, per emozionarsi e amare tanto l’Italia, ma senza rinchiudersi nei suoi confini.
Sull’esempio di Gino Bartali e Fausto Coppi che si aiutano a vincere senza sapere chi dei due ha passato la borraccia all’altro. ‘Oggi è tempo di scrivere una pagina nuova, – dice Renzi – mettendoci in cammino verso il futuro!’
Matteo Renzi, Un’altra strada. Idee per l’Italia di domani, Marsilio Editori, Venezia, febbraio 2019, pp. 235, € 16,00.