Il giallo, scritto dall’avvocato Paolo Regina e ambientato nella città di Ferrara, è molto avvincente.
Il protagonista è Gaetano De Nittis, capitano della Guardia di Finanza di origine pugliese (sullo sfondo usanze, cibi e paesaggi natii, richiamati con nostalgia), il quale scopre il corpo senza vita di un antiquario presso la cui attività aveva iniziato una procedura di accertamento fiscale. Da un caso, che stava per essere archiviato come suicidio, nascono una serie di vicende che svelano il perbenismo di facciata della vita di provincia, facendo emergere usi e costumi, vizi e vezzi dei notabili cittadini, sullo sfondo di luoghi e oggetti che evocano misteri.
Nelle pieghe del giallo si collocano anche le avventure sentimentali del capitano che, in un avvincente crescendo, giungeranno all’agognato epilogo del ritrovamento dell’amore vero.
Dopo che tutto è stato illustrato a dovere, e con grande capacità letteraria, e sono stati seminati gli indizi che, ripresi dal capitano, consentiranno di sbrogliare la matassa all’inizio molto ingarbugliata, si giungerà alla conclusione della vicenda e a dare opportuna spiegazione alla morte dell’antiquario. Ma proprio alla fine avvengono vari colpi di scena, uno nell’altro, possiamo dire, per la gioia del lettore che resta sempre col fiato sospeso.
All’autore va il plauso per la descrizione magistrale di vicende che – con taglio sociologico, giuridico, criminale e archeologico – riguardano anche l’animo umano. In queste vicende emerge in pienezza la determinazione e l’acutezza del protagonista (e del Corpo che rappresenta) che rischia anche di pagare per colpe che non ha commesso. Alla fine, come sempre, il bene trionfa sul male e il protagonista sui suoi avversari.
Confido che, grazie a Paolo Regina, avremo ancora modo di sentire parlare del capitano De Nittis …