La pubblicazione a cura del Comune dell’Annuario Statistico di San Giuliano Milanese offre elementi per l’analisi di argomenti attuali che, il più delle volte, vengono affrontati più sull’onda di slogan supportati da posizioni ideologiche che su dati reali su cui ponderare un’analisi.
Lungi dal volere effettuare un’analisi puntigliosa dei dati offerti dall’Annuario, che risulterebbe alquanto pesante nella lettura di un articolo on line, vogliamo soffermarci su alcuni macro dati che ci possono fornire una visione di massima di alcuni fenomeni sociali evidenti ed attuali.
Partiamo quindi dall’osservazione dell’incremento della popolazione che, negli ultimi dieci anni, è cresciuta, seppur di poco, in maniera costante per ambedue i sessi (le femmine risultano essere leggermente maggioritarie rispetti i maschi), con un totale complessivo di residenti di 38.649 unità al 31 dicembre 2017, di cui i ragazzi sotto i 14 anni sono il 15,70%, la popolazione adulta (15-64 anni) il 64,49% e gli anziani (+ 65 anni) il 19,80%. Significativa la distribuzione delle fasce d’età sul territorio, che evidenzia come la zona Villaggio mantenga il suo primato di zona più “anziana”, mentre i giovani sono maggiormente presenti tra Zivido e Serenella.
La popolazione sangiulianese sta inequivocabilmente invecchiando, mentre gli stranieri presenti sul territorio si attestano complessivamente in fasce d’età meno anziane.
Sebbene il numero complessivo nei nuovi nati rispetto all’anno precedente segni un -36 unità, il saldo rispetto al numero dei morti è ancora positivo per un +58 unità. In sostanza, il numero dei morti non ha superato quello dei nati come avviene già in altri parti d’Italia, e questo fa ben sperare per il futuro. A mantenere il segno “più” nel saldo hanno comunque contribuito notevolmente le nascite presso le famiglie degli stranieri (26 comunitari e 96 extracomunitari).
L’analisi dei dati anagrafici evidenzia, infine, un ulteriore calo dei matrimoni negli ultimi tre anni, sia religiosi che civili, che investe, in maniera trasversale un pò tutte le etnie. Colpisce un dato, significativo delle difficoltà a mettere su famiglia per il vasto precariato lavorativo nel quale si dibattono i giovani: la quota maggiore dei matrimoni celebrati riguarda gli ultra 40enni.
Sul fronte della sanità sono le neoplasie (tumori), la causa maggiore di decessi, seguita a ruota da quelli dovuti a malattie del sistema circolatorio. Non è riportato alcun decesso per overdose, ma non sappiamo se vi è la totale assenza di questa causa o se è ricompresa in altre patologie letali riportate e, quindi, non è possibile affrontare l’argomento dell’incidenza dell’uso di droga nelle cause di morte sul territorio.
Si mantiene costante l’andamento relativo all’istruzione. A fronte di un lievissimo calo dei bambini iscritti alla scuola dell’infanzia rispetto all’anno precedente, si ha un altrettanto lievissimo incremento di iscritti alla scuola primaria, mentre la situazione degli iscritti alla scuola media è costante. Discontinua la presenza di studenti nei Centri di formazione professionali e negli Istituti professionali, in lieve calo quella negli Istituti tecnici ed in costante aumento quella dei licei.
Anche l’Università della Terza Età registra un progressivo calo degli iscritti fino a 70 anni, mentre si mantiene costante nella successiva fascia d’età.
In discesa anche gli iscritti a tutti i corsi del Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti.
Vivace l’attività sportiva a San Giuliano dove, per ognuna di esse, il numero degli iscritti è mediamente di 1000 unità (con le società calcistiche che ne registrano un numero appena superiore alle 500 unità, mentre a fare la parte del leone sono le piscine con oltre 1500 iscritti).
Un capitolo a parte meriterebbe il settore del commercio che, affrontato a colpo d’occhio con i dati messi a disposizione dall’Annuario, evidenzia un buon incremento dei punti vendita di commercio fisso e anche un lieve incremento dei pubblici esercizi rispetto agli anni precedenti. Segnali di ripresa? Vedremo…
Intanto, un dato interessante è quello che San Giuliano si pone in testa per numero di esercizi commerciali rispetti ai comuni limitrofi, pur avendo competitors del calibro di Rozzano, Melegnano e San Donato Milanese.
Sono 2.441 le sedi di impresa presenti in città, con un +1,4% rispetto all’anno prima. Notevolmente più contenuto il numero medio di addetti per azienda (San Giuliano 4,7 – San Donato 17,38 – Rozzano 17,99), indice del fatto che l’economia cittadina non è basata sulla presenza di grossi gruppi industriali (per es. l’ENI a San Donato), ma da una fitta rete di imprese di piccole e medie dimensioni.
Sono 6.161 i lavoratori che hanno trovato occupazione in imprese sangiulianesi nel corso del 2017 (il 55% dei quali maschi) con la fascia tra i 25 e 29 anni che ha riscontrato la percentuale maggiore di nuovi occupati.
Purtroppo, la presenza di lavoro precario è ancora molto incidente nel tessuto socio-economico della città. Si registrano, infatti, 943 unità destinati al lavoro interinale e 2.960 lavoratori a tempo determinato a fronte di soli 1.465 lavoratori inquadrati a tempo indeterminato.
Molto scarsa la presenza di strutture ricettive sul territorio (peraltro in ulteriore diminuzione), ma ciò è dovuto alla quasi totale assenza di aziende di un certo peso e di strutture culturali (Musei, monumenti, ecc.) di interesse sovra comunale, che ne richiederebbero l’esigenza.
Complessivamente, un’analisi seppure superficiale dei dati riportati nell’Annuario, ci induce a non essere del tutto pessimisti sul futuro della città che, sebbene ingabbiata nel dissesto nel quale è incorsa con il caso Genia, con le note conseguenze socio-economiche che negli anni passati hanno fatto veramente temere il peggio, mostra una vitalità e una potenzialità di ripresa ancora consistenze. I numeri ci dicono che la città, nonostante le traversie alla quale è andata incontro, non è ancora morta.