Abbiamo girato non poco, alla fine il primo acquisto di dicembre è stato un nuovo albero natalizio. A volerla dire tutta, io ne avrei fatto a meno, quello vecchio non era ancora da mandare in pensione. Prezzi allucinanti e prodighe commesse a convincerti che ci sono stati dei favolosi ribassi per il “blach friday”, faccio un fioretto, taccio, pago, incarto e porto a casa.
Lo spirito del Natale è una rappresentazione indefinita, luminosa nei miei ricordi, a tratti nostalgica, un sorta di incrocio tra un io ancora bambino e un io nel presente. Se solo chiudo gli occhi mi si mostrano i Natali vissuti anni prima. Lo spirito del Natale passato mi conduce alla mia infanzia e poi a quella delle mie figlie, sia prima che dopo per interposta persona ho vissuto le stesse emozioni e trepidazioni. L’emozione dell’attesa, i riti collettivi e di famiglia …. la famiglia era il Natale.
La notte del 24, mentre molti gozzoviglieranno e si scambieranno doni, mentre nelle case dove la tradizione ancora sopravvive il più piccolo della famiglia in una improvvisata processione porterà il Bambinello nella mangiatoia, così era, io spero di avere animo di uscire per recarmi in Chiesa a festeggiare ritualmente la nascita del Signore, saranno le uniche poche ore in cui sentirò veramente di vivere questa ricorrenza.
Se avessi un caminetto in casa, il calore proveniente dalla fiamma sarebbe il segnale che il Natale si avvicina, intorno tutti noi, anche chi non c’è più, nella mia fantasia le anime dei cari si rappresenterebbero attraverso il crepitio della fiamma viva a trasmettere segnali di presenza.
Più passa il tempo e più sento solo freddo, nella mia mente aleggia lo spirito dei Natali passati, intorno alla fiamma, sempre memo calore.
Ma tu sei per l’albero o il presepe?
Personalmente preferisco il presepe, montato e ambientato secondo il mio stato d’animo, sono io a stabilire chi ci deve essere, quanti animali e quanti personaggi dando ad ognuno di essi un nome mutuato dalle mie quotidiane frequentazioni.
Il presepe però è poco commerciale, dove li metti i regali? Allora, facciamo anche l’albero, mette allegria dicono, sicuramente piace alla mia gatta che di notte fa gli assalti per conquistarsi una pallina colorata con cui giocare.
L’albero nuovo è stato acquistato, ora dobbiamo addobbarlo, poi mi deve venire voglia del Natale, ripeterò i gesti di sempre e pronuncerò le stesse identiche parole, gesto scaramantico per auspicare ancora tanti altri 25 dicembre.
Il Natale è uno stato d’animo a cui bisogna predisporsi. Essere più buono, più tollerante, più ….. non sarà troppo? Anche quest’anno devo farmi piacere questa finzione, auguri, auguri e poi …. Non è strano che a Natale qualcosa ti faccia rattristare tanto? Non so esattamente cosa ma è qualcosa. Scambio di doni, ore e ore dedicate all’ingordigia, al sentimentalismo più melenso, ai messaggini copia e incolla a cui non rispondo e non per sufficienza ma perché non hanno senso…se proprio mi vuoi augurare qualcosa chiamami al telefono. E’ solo un giorno, è un giorno in cui spero ogni anno di ritornare fanciullo e di emozionarmi. Dopo il Natale arriva il capodanno e li poi si esagera negli auguri e nelle ritualizzazioni scaramantiche, se le lenticchie portassero soldi sarei milionario. Passata la festa, i buoni propositi verranno messi da parte, come il presepe e l’albero di natale, conservati per la prossima buona occasione, il bambinello crescerà per poi finire in croce e da come vanno le cose purtroppo per restarci.