In occasione delle “Giornate del Restauro e del Patrimonio Culturale”, che si svolgeranno presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara dal 28 al 30 marzo 2019, si terrà, il giorno sabato 30 marzo, il convegno Restauro e territorio: il territorio emiliano dopo il Sisma del 2012.
Organizzato dal Centro DIAPReM, LaboRA e TekneHub del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara in collaborazione con Agenzia regionale per la Ricostruzione – Sisma 2012, il convegno si pone come momento di riflessione dei processi di gestione dell’emergenza prima e di ricostruzione poi del patrimonio costruito esistente colpito dagli eventi sismici del maggio 2012, con particolare riferimento al Patrimonio Culturale danneggiato.
In un confronto che coinvolge le Istituzioni, regionali e locali, le Università, la ricerca e le imprese, saranno indagati i modelli e gli strumenti in adozione per la gestione delle fasi di emergenza e ricostruzione, analizzandone punti di forza e criticità al fine di individuare gli ambiti di sviluppo di un rinnovato e più integrato modello di gestione del territorio.
Il convegno sarà arricchito dalle presentazioni di casi studio raccontati dai diversi responsabili di procedimento dell’Agenzia per la Ricostruzione – Sisma 2012, direttamente coinvolti sia nelle fasi d’emergenza sia nelle successive di ricostruzione e tutela del patrimonio danneggiato.
L’esperienza regionale del sisma 2012 ha infatti fatto emergere come la gestione del rischio, ampiamente inteso e non solo connesso a eventi sismici, del patrimonio culturale sia correlata, anche in riferimento alle tematiche della conoscenza, tutela e valorizzazione dei centri storici minori, tanto ad aspetti di consistenza dei manufatti quanto a modelli di gestione integrata di tutti i soggetti coinvolti nei processi di tutela e trasformazione del territorio.
Il convegno sarà inoltre l’occasione per presentare progetti di ricerca sostenuti e finanziati dalla Regione Emilia-Romagna nel campo della “Predisposizione e studio di modelli specifici ad implementazione degli strumenti esistenti: scheda per la valutazione dei primi interventi di messa in sicurezza e rilievo del danno per tipologie architettoniche specifiche”.
A queste tematiche sarà dedicato uno spazio mostra, visitabile durante tutte e tre le giornate, dal titolo “Il rilievo del danno al patrimonio storico-artistico e primi interventi di messa in sicurezza” nell’ambito del quale saranno presentati, attraverso contenuti video e pannelli espositivi, casi studio di diverse tipologie di patrimonio culturale danneggiato: chiese, palazzi, cimiteri, teatri e castelli. Tra i casi studio in mostra si citano: Rocca estense di San Felice sul Panaro, Modena; Castello di Galeazza Pepoli, Crevalcore, Bologna; Cimitero monumentale di Sant’Agostino; Cimitero monumentale di Mirandola; Teatro Nuovo di Mirandola; Teatro comunale di Reggiolo; Chiesa Santa Caterina a Rovereto sulla Secchia.
Una terza sessione del convegno sarà inoltre dedicata all’impatto delle tematiche della ricostruzione del patrimonio emiliano danneggiato nell’area del cratere sulla definizione di politiche europee per la tutela, la valorizzazione e lo sviluppo sostenibile dei centri storici, anche minori. La sessione sarà l’occasione per presentare gli esiti, tuttora in corso, del progetto Interreg BhENEFIT, Built Heritage, Energy and Environmental-Friendly Integrated Tools for the sustainable management of Historic Urban Areas. In un momento in cui le tematiche della vulnerabilità del patrimonio costruito esistente, nonché ambientali, economiche e sociali connesse alla sostenibilità sono diventate un tema centrale, la conservazione del patrimonio culturale deve confrontarsi anche con le esigenze contemporanee connesse allo sviluppo sostenibile. In tale ottica, il progetto BhENEFIT propone un approccio olistico alla gestione dei centri abitati storici (HBA), tenendo conto di una vasta gamma di aspetti relativi alla manutenzione quotidiana, alla valorizzazione turistica ed economica, alla messa in sicurezza in caso di rischi naturali o di origine antropica.
Il progetto è sviluppato da tredici partner che affrontano lo studio di otto aree pilota: l’area del sisma 2012 è il pilot case per la Regione Emilia-Romagna.
Presenteranno gli esiti, tuttora in corso, del progetto referenti della Regione Emilia-Romagna, Servizio Ricerca, innovazione, energia ed economia sostenibile, dell’Università e delle Associazioni Clust-ER della rete Alta Tecnologia dell’Emilia-Romagna, con l’obiettivo di evidenziare l’importanza delle reti pubblico-private a supporto dello sviluppo sostenibile del territorio.
Fonte: Culturalia di Norma Waltmann