Inizia con questo articolo la cronaca di un viaggio in Terrasanta visto con gli occhi di un attento osservatore quale può essere uno studioso del calibro di Paolo Rausa.
Il nostro autore ci accompagnerà in 5 tappe nei i luoghi sacri alle tre maggiori religioni monoteiste, attraverso un percorso visivo nel quale le immagini sono quelle incise nelle parole con le quali descrive luoghi, persone, cose, ma più ancora, atmosfere e sensazioni.
Un viaggio nella percezione intima e tra le stratificazioni di culture e civiltà varie più che tra le assolate strade della Palestina.
I. Venerdì 22 febbraio 2019, da Milano a Tel Aviv, Gerusalemme
La data dei nostri viaggi, con Ornella e Ilich, non è casuale. Cade nei giorni intorno al 24 febbraio, quando Ornella compie gli anni. Abbiamo cominciato a praticare questa modalità di festeggiamento, molto apprezzata devo dire, da qualche anno. E ci ha portato a Londra e a Berlino, saltando Teheran l’anno scorso per ragioni luttuose. Il mondo è così vasto e interessante che ogni volta vi è l’imbarazzo della scelta. Nostra guida è Ilich che ha già sperimentato i luoghi proposti e ci accompagna anche per la lingua, riuscendo lui ad usare un inglese fluente, imparato per amore e per necessità professionali. Aveva tenuto segreta la sua scelta e ancor prima che la rivelasse Ornella aveva indovinato. Chissà come, per quale indizio. Intuito femminile, credo. Israele, la Terra Santa, destava un grande interesse in me per molte ragioni, che si sovrappongono. Intanto perché quella striscia di terra occupa una fascia del Mediterraneo, quindi in qualche modo è a noi dirimpettaia, vicina. Ha condiviso migliaia di storie di commerci, guerre, invasioni, scambi di derrate, concezioni artistiche, idee religiose, pensiero, culture, civiltà, un tempo appartenenti ad un unico impero sotto la stessa amministrazione politica e militare romana. Più di recente negli ultimi quarant’anni almeno, per una certa simpatia politica nei confronti dei popoli oppressi, per la vicinanza al popolo palestinese, che ha sempre lottato per affermare il suo diritto alla terra, alla autodeterminazione contro l’invasore e oppressore israeliano, sionista. Il sostegno ai palestinesi che hanno rifiutato la spartizione della terra come stabilito da una risoluzione dell’ONU nel 1948 con ripetute azioni di rivolta e di guerra, insieme agli altri stati arabi vicini, Egitto, Siria, Giordania, Iraq, respinte dagli israeliani, si è via via aperto ad altre considerazioni che comprendevano anche il diritto all’esistenza di Israele, nella formula ‘due popoli due stati’, sostenuta da leader coraggiosi come Arafat e Rabin, con l’intervento di mediazione dei presidenti americani che si sono succeduti, soprattutto di Clinton. Un passaggio ritenuto necessario da un movimento interno ad Israele di pacifisti e di intellettuali come David Grossman organizzati nella grande prospettiva di Peace now, la Pace adesso.
E poi la storia delle grandi città di Gerusalemme, descritta nella Bibbia, il libro di Dio, dei Re e degli Uomini, da dove mosse Cristo per predicare la Buona Novella e dove incontrò la morte trucidato come l’ultimo, il più pericoloso dei malfattori. Le città sulla costa romane e poi conquistate dai crociati, il Santo Sepolcro, il fenomeno del Mar Morto, sopra le cui acque ci si poteva sdraiare a leggere il giornale. Molte ragioni per assentire a quella proposta dunque e quindi si comincia a prepararlo. Ai biglietti aerei, noleggio auto, prenotazione alloggio a Tel Aviv ci pensa Ilich. Noi acquistiamo una guida Touring e ci mettiamo a studiare i luoghi e possibili percorsi che in pochi giorni possano dare un’idea di questo crogiuolo di popoli, lingue e religioni.
Partenza all’alba ore 6,30 del 22 febbraio 2019. Arrivo previsto ore 11 locali. Il viaggio può cominciare con i migliori auspici. Arrivo regolare e ritiro autovettura. Si parte direzione Gerusalemme. Direttamente nel cuore antico dello Stato d’Israele e della spiritualità, che contempla le tre grandi religioni monoteiste: l’ebraismo, il cristianesimo e l’islamismo. Tre religioni che nel corso dei secoli si sono per lo più scontrate, pretesto per guerre di conquista e di annessione. Ma anche possibilità di convivenza e rispetto reciproco.
Ci disponiamo quindi con questo stato d’animo, come osservatori distaccati di culture a noi prossime. Prima di arrivare in città ci preme fare sosta al Memoriale Yad Vashem, posto su una collina ad ovest della città, in zona periferica rispetto alla Città Vecchia.
Disseminata di tombe, con settori dedicati ai caduti per la causa israeliana, ai marinai, ai soldati immolati per la realizzazione del nuovo stato, per la riconquista della Terra Promessa. Un settore è occupato dalle tombe dei soldati giovanissimi, su cui gli amici, su una in particolare, hanno deposto bandiere, oggetti personali, scudetti dei vari reparti militari, una serie di attenzioni commoventi. Su un’altra, di una giovanissima donna soldato, un ragazzo seduto su uno sgabello si inchina fin quasi a toccare con il petto il piano di marmo mentre le legge un foglietto in rispettoso silenzio, pensieri d’affetto e d’amore come se lei sentisse e gli rispondesse con il sorriso. Emozioni scaturiscono dai nostri volti! Il tempo passa intanto e non ci accorgiamo che è trascorso fin quasi all’orario di chiusura dei monumenti. Ci riprendiamo in fretta ma non tanto da riuscire ad entrare. Non riusciamo ad accedere al Memoriale principale perché sta chiudendo.
E’ tempo di partire verso la Città vecchia per partecipare alla processione della via Crucis che parte dalla Porta dei Leoni e percorre la Via Dolorosa con le sue 12 poste o stazioni fino al Santo Sepolcro.
… Segue (la II Parte – “da Gerusalemme a Giaffa, Tel Aviv” – sarà pubblicata mercoledì 27 marzo)