Le più grandi città italiane si inseriscono perfettamente nel panorama delle grandi metropoli europee e mondiali. Servizi, attività di business, intraprendenza e versatilità degli imprenditori sono perfettamente in linea con gli standard delle più avanzate economie mondiali, mentre la fantasia e la creatività danno un imprinting caratterizzante che pone il Made in Italy in posizione privilegiata rispetto a tutti gli altri.
Eppure, nonostante la modernizzazione galoppante che impregna le grandi città metropolitane, il nostro Paese si caratterizza per una eccellente conservazione delle tradizioni, soprattutto a cura delle città medio piccole e della provincia.
Una di queste è quella che si svolge nella notte tra il 10 e l’11 di gennaio, a Castellana Grotte in Puglia, dove si rinnova una Grande Festa che si perpetua ormai da 325 anni. Nella Notte delle Fanove (falò), un centinaio di grandi falò ardono in contemporanea in onore della Madonna della Vetrana.
La tradizione rievoca un episodio del 1691 quando, grazie al miracolo della Madonna di Vetrana, la città fu liberata dalla peste che vi imperversava. La Madonna, apparsa in sogno a due frati, invitò a bruciare vestiti e mobili vecchi in grandi falò. Il fuoco purificatore salvò così la città e da allora, e fino ai nostri giorni, i cittadini di Castellana rievocano l’episodio storico organizzando grandi falò a forma di cono alla cui base vengono adesso poste delle radici di ulivo, mentre i tronchi degli stessi alberi vengono posti in verticale per costruire quelli che sono dei veri e propri monumenti dell’arte contadina.
Attorno ai cento falò di varie dimensioni disseminati per tutta la città, i più grandi dei quali sono quelli delle contrade Stramazzo, Convento e Pozzo Cucù, mentre quelli più rappresentativi sono i quattro di Porta Grande, si sviluppa una partecipata festa popolare nella quale a fare da protagonisti sono, oltre ai cittadini di Castellana, i prodotti tipici e il buon vino delle terre pugliesi. Il rito ha inizio la mattina del 10 con il comitato Feste patronali che gira tra le Fanove per valutare e decretare la più bella. Nel pomeriggio, accompagnati dal suono delle chitarre e della tammorra (il tamburello), i cantori passano tra le Fanove intonando il canto tradizionale dedicato alla Madonna “Tu sei del popolo”.
Alle 3 di notte, una lunga processione parte per visitare i frantoi di Castellana che offrono il loro olio alla Madonna. Olio con il quale sarà alimentata la lampada che arderà per tutto l’anno ai piedi della statua posta nel Santuario. La processione fa tappa negli oleifici Menghisi, Valente, Sgobba, Rotolo, Festino, Pace e in quello sociale Viterbo. Lungo le vie cittadine la banda accompagna il corteo con una musica unica: la Diana, una Nenia che annuncia l’arrivo della Festa.
All’ultima tappa, quella al frantoio Viterbo, alla quale si giunge all’alba, viene offerta una colazione a base di friselle, pomodoro e olio extravergine di oliva prodotto con le olive locali Coratina e Cime di Mola, peraltro esportato con successo in tutta Italia e in Europa. La stessa colazione che usavano fare gli antichi contadini prima di iniziare il duro lavoro nei campi.
Nel pomeriggio, dopo la Messa al Santuario, una processione porta la statua della Madonna di Vetrana fino in città dove, innanzi la Fanova di Porta Grande, riceve dalle mani del sindaco le chiavi della città. Tra fuochi d’artificio e musiche della banda si dà inizio all’accensione di tutte le Fanove. Un fuoco purificatore, liberatore, portatore di pace e salute che, con la sua lunga scia di cento falò, attraversa tutta Castellana Grotte, unendo il sacro al profano in un connubio di tradizione popolare e valorizzazione della produzione alimentare locale.