Nella vita, sia professionale che privata, basta una scelta sbagliata per condizionare profondamente il proprio futuro. Lo spiegava bene Peter Howitt nel suo celeberrimo film “Sliding Doors” del 1998 incentrato sul tema del destino.
Un caso clamoroso è quello che riguardò Bela Lugosi – il primo, immenso, conte Dracula del grande schermo -, quando decise di non interpretare il “mostro” nel film “Frankenstein” del 1931, diretto da James Whale. Una scelta che gli avrebbe inesorabilmente condizionato la carriera, con gravi ripercussioni anche sulla propria salute.
Bèla Ferenc Dezsö Blaskó, di cui si è celebrato lo scorso agosto il cinquantenario dalla morte, nasce il 20 ottobre 1882 a Lugos (oggi Lugoj, Romania). A dodici anni scappa di casa per inseguire il suo sogno di fare l’attore, idea che ai suoi genitori non piace per nulla. Passando da un lavoro umile a un altro, Bela Lugosi riesce a entrare nel teatro nazionale di Budapest, la seconda capitale dall’Impero Austro-Ungarico. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Bela si arruola nonostante gli attori siano dispensati; torna dal fronte ferito e con una medaglia al valore. Successivamente si impegna nel sindacato degli attori, ma dal 1919, a causa della rivoluzione comunista in Ungheria, non gli è più permesso lavorare in patria. Emigra a Berlino, dove lavora a una dozzina di film muti, tra cui “La testa di Giano” (1920) di Friedrich Wilhelm Murnau.
Nel 1920 Bela decide di trasferirsi a New York, dove lo aspetta il successo. Nel giro di poco tempo si fa strada a Broadway: non conosce la lingua e il suo accento ungherese, assieme al suo aspetto, lo rendono un attore dal look esotico. Nel 1927 arriva la fama, grazie al ruolo da protagonista nell’adattamento teatrale di “Dracula” di Bram Stoker. Anche il regista Tod Browning lo sceglie per il ruolo di Dracula nell’omonimo film del 1931, la prima grande trasposizione sul grande schermo della storia del Vampiro. Il successo della pellicola trasforma rapidamente Bela Lugosi nel “re del terrore”, condizionandone però vita e carriera. Un Conte, quello interpretato da Bela, affascinante, che ammalia le donne, rendendolo una specie di Rodolfo Valentino dal gusto gotico. La caratterizzazione più iconica e longeva di sempre del Vampiro di Stoker, a cui si ispireranno i numerosi epigoni (tra tutti, Cristopher Lee).
Divenuto ormai una star hollywoodiana, Bela si trasferisce nella “Mecca del cinema”, ma il destino gli riserva un brutto scherzo. La Universal, forte del successo ottenuto con “Dracula”, sta già lavorando a un’altra grande trasposizione cinematografica: “Frankenstein” di Mary Shelley. La parte del mostro viene proposta a Bela: dopo aver letto più volte il copione, rifiuta il ruolo, che richiede una metamorfosi estetica notevole e offre solo una serie di battute composte da versi e urla. Un errore che cambierà per sempre la vita di Bela Lugosi e che invece permetterà a Boris Karlof, anonimo fattorino di origine inglese, di diventare una star superando il successo del “Conte”, grazie ai numerosi film della Universal dedicati alla storia del “mostro”.
Lugosi, buttata al vento l’occasione di mostrare la sua versatilità come attore, si ritrova imprigionato nella sua gabbia da “vampiro”: può interpretare solo ruoli secondari ed esotici, fino a diventare l’Ygor ne “Il figlio di Frankenstein”, dove Karloff veste ancora una volta i panni del mostro.
Intanto la produzione di film horror cala, mentre Bela diventa schiavo di oppiacei, morfina e metadone per combattere i suoi antichi demoni risalenti alla Prima Guerra Mondiale (i dolori fisici), assieme a quelli più recenti legati alla sua carriera (problemi psichici). Gli Studios conoscono la sua dipendenza e lo emarginano sempre più a ruoli degradanti e con contratti a ribasso.
Tagliato fuori dal circuito delle “major”, Bela è sempre più solo e schiavo della sua dipendenza. Gli unici suoi amici sono un gruppo di ragazzini, suoi fan, che gli fanno visita ogni pomeriggio nella sua casa di periferia. Sia per motivi economici che di salute, Bela accetta parti sempre più umilianti, fino a stringere amicizia con il regista Edward Davis Wood Jr., creatore eccentrico di numerosi B-movie negli anni Cinquanta e passato alle cronache come il “peggior regista di tutti i tempi”.
Un’amicizia sincera quella che scocca tra i due, suggellata da alcuni film come “La sposa del mostro” (Bride of the Monster, 1955) e “Plan 9 from Outer Space” (1959), quest’ultimo completato dopo la morte di Bela e passato alla storia come “il film più brutto di sempre”.
Un sodalizio immortalato nel film “Ed Wood” (1994) di Tim Burton, in cui Johnny Depp interpreta lo strampalato regista, mentre Martin Landau veste i panni di Lugosi.
La vita del Vampiro più celebre di tutti i tempi si spegne il 16 agosto 1956, lontano dai riflettori. Al suo funerale, dove Bela partecipa vestito da Conte, vi assistono solo Ed Wood e la sua strampalata ciurma, assieme al gruppo di ragazzini a lui tanto affezionati. Nonostante quella decisione nefasta del 1931, Bela Lugosi continua a rimanere un’icona del cinema e a incarnare, come nessun altro dopo di lui, il ruolo del Vampiro romantico dall’accento esotico.