Dalla sala Santa Cecilia alla Petrassi, passando per la Sinopoli e il Teatro Studio Borgna: Romaeuropa Festival si chiude con una grande giornata finale all’Auditorium Parco della Musica di Roma domenica 25 novembre.
Dalle ore 16 alle 21, si passano il testimone cinque concerti per salutare la fine di questa trentatreesima edizione con la grande musica, come sempre a cavallo tra generi e contaminazioni e quest’anno come non mai “Between words”, per evidenziare la voglia di mediazioni e riconciliazioni tra opposti, la necessità di riflessione e accoglienza e l’esigenza di approfondimento che non dimentica il fare “festa” come gioiosa pratica di inclusione.
Protagonisti della serata la star del Benin Angélique Kidjo nella sua unica data italiana di presentazione del nuovo disco Remain in Light by Talking Heads, Matthew Herbert, per la prima volta in Italia, sul palco della Sala Santa Cecilia con la sua Brexit Big Band, l’artista visivo e musicista giapponese Ryoji Ikeda in un doppio appuntamento e il musicista contemporaneo Franco D’Andrea Octet, sul palco con il suo Octet con Intervals I – II;
Vincitrice di tre Grammy award, icona indiscussa della musica internazionale, tra le massime rappresentanti della world music e tra le voci più belle del mondo, Angélique Kidjo presenta per la prima volta in Italia il nuovo disco uscito di recente Remain in Light, l’album dei Talking Heads registrato dal gruppo insieme a Brian Eno nel 1980 e contaminato, a partire dall’influenza del musicista nigeriano Fela Kuti, dalla poliritmia africana, dal funk e dalla musica elettronica.
Prodotto da Jeff Bhasker (Rihanna, Kanye West, Harry Styles, Bruno Mars, Drake, Jay-Z) con la collaborazione di Ezra Koenig dei Vampire Weekend, Tony Allen e molti altri artisti, il nuovo lavoro celebra il genio di Brian Eno contaminandolo con il canto euforico di Angélique, testi cantati in lingue del suo paese d’origine e percussioni esplosive. Un vero e proprio incontro tra sonorità e culture differenti, ma anche un omaggio a una delle più grandi band della storia della musica, attraverso lo sguardo di una delle artiste più cosmopolite di sempre.
Per la prima volta in Italia, il concerto della Matthew Herbert’s Brexit Big Band chiude a Santa Cecilia la giornata (ore 21). Protagonista il musicista, dj e produttore discografico britannico Matthew Herbert, anche conosciuto anche come Doctor Rockit o Mr. Vertigo. Più di cinquanta artisti, tra musicisti, cantanti, coristi e solisti provenienti dai differenti paesi s’incontrano sul palco e formano un’unica enorme band per celebrare l’unione tra i popoli, tra gli artisti, tra i suoni dell’Europa e del mondo.
Una festa d’addio iniziata con l’annuncio dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, che sta attraversando tutto il vecchio continente coinvolgendo artisti e pubblici diversi per culminare, nel 2019 (l’anno in cui il Regno Unito uscirà ufficialmente dall’UE), nella registrazione e pubblicazione di un unico album.
“In un clima politico sempre più fratturato e diviso, in cui la tolleranza e la creatività sono in pericolo, si sente l’urgenza di affermare il desiderio di dialogo di una parte della comunità musicale della Gran Bretagna, con i nostri amici più vicini ma che presto saranno meno raggiungibili”: ha chiarito Matthew Herbert parlando dello spettacolo.
Uno dei maggiori esponenti della computer music contemporanea e uno dei pionieri della musica astratta, il compositore e artista giapponese Ryoji Ikeda si è guadagnato un posto nella storia della musica grazie a una precisione ed estetica matematica, insieme all’attenzione per le caratteristiche essenziali del suono e della luce.
Per lui un doppio appuntamento già dal pomeriggio: in prima nazionale Music for percussion (sala Petrassi, ore 16): composizione nata in collaborazione con il gruppo di percussionisti Eklekto Ensemble che restituisce in formato analogico i suoni digitali a cui ci ha abituati il genio giapponese; e Datamatics [ver. 2.0](sala Petrassi, ore 18). Più che un semplice concerto di elettronica, sarebbe più corretto definire quest’ultimo un percorso sensoriale in cui dati analogici sono traslati nel codice digitale: una performance live in cui suoni, luci e forme geometriche semplici, bianco e nero si alternano, ipnotizzando letteralmente lo spettatore e trascinandolo in un universo digitale irriconoscibile e privo di coordinate.
Considerato uno dei musicisti più importanti della scena contemporanea grazie alla sua capacità di assorbire le esperienze del Novecento storico, fondendole con la musica africana e con l’Avanguardismo Americano, Franco D’Andrea Octet presenta Intervals I – II sul palco del Teatro Studio Gianni Borgna (ore 17). Intervals I e Intervals II sono i due episodi del progetto, portato avanti dal compositore e pianista jazz di Merano, incentrato sulla particolare combinazione di intervalli da cui scaturiscono improvvisazioni collettive.
Fonte: GDG press