#MISSIONPAGANINI è un concerto dedicato alla figura di Niccolò Paganini e alle ispirazioni legate al suo inseparabile strumento, il violino. Il progetto sarà presentato in anteprima mondiale presso il Teatro della Casa d’Italia ad Istanbul il 4 ottobre 2019, evento organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Istanbul, prima del debutto italiano a Torino nella prestigiosa stagione 2020 di Lingotto Musica.
#MISSIONPAGANINI conferma il sodalizio artistico tra il giovane astro russo del violino Yury Revich, artista dell’anno nel 2015 agli International Classical Music Awards e vincitore del prestigioso premio ECHO Klassik nel 2016, ed il pianista italiano Simone Di Crescenzo.
Yury Revich e Simone Di Crescenzo celebreranno con questo progetto, nel corso del 2020, due ricorrenze: i 200 anni dalla pubblicazione dei Capricci di Paganini (1820) e i 150 anni dalla scomparsa di Charles Auguste de Bériot (1870). Il programma, di alto virtuosismo esecutivo, vedrà protagonista la figura di Nicolò Paganini e di compositori a lui storicamente legati.
Il duo aprirà il concerto con l’esecuzione de Il trillo del Diavolo la celebre Sonata per violino di Giuseppe Tartini; la Sonata è metaforicamente legata a Paganini, personaggio dall’aspetto deforme e sinistro che durante le sue esibizioni si mostrava talmente appassionato ed ispirato da apparire appunto “indiavolato”.
Seguirà l’esecuzione di Un Mot à Paganini – Élégie, composizione tratta dal IX volume dei Péchés de vieillesse, la raccolta di musica da camera composta da Gioachino Rossini tra il 1857 e il 1868. Un brano caratterizzato da una particolare ricchezza armonico-melodica e dedicato da Rossini al compositore genovese: un piccolo gioiello della letteratura musicale di rara esecuzione.
Quindi, la grande trascrizione Introduzione e Variazioni op. 13 sull’ Aria “Di tanti palpiti” da Tancredi di G. Rossini, composizione in cui Paganini, prendendo spunto dal tema rossiniano, costruisce una fitta trama di variazioni di alto virtuosismo in cui vengono manifestate le più ampie capacità esecutive del violino. Il Cantabile op. 17 del compositore genovese, manifesta il gusto tutto italiano per la melodia ed il canto spianato.
Infine, la trascrizione per violino e pianoforte, ad opera di L. Auer, del celebre Capriccio paganiniano n° 24 Tema e variazioni, pietra miliare della tecnica violinistica di tutti i tempi ed alcune “Mélodies italiennes” su temi da Armida di G. Rossini e Anna Bolena di G. Donizetti di Charles Auguste De Bériot. Il compositore, grande estimatore di Paganini e suo storico rivale, che dette avvio alla scuola violinistica belga, combinando l’eleganza dello stile classico con un notevole virtuosismo tecnico. Il concerto si concluderà con l’esecuzione della celeberrima “Campanella” dal Concerto n° 2 op. 7 di Nicolò Paganini, che il pubblico potrà ascoltare nella trascrizione per violino e pianoforte di Pawel Kochanski.
A pochi giorni dall’evento, abbiamo avuto la possibilità di intervistare il M.° Di Crescenzo.
- La Turchia, in bilico tra due tradizioni culturali, è un ponte tra l’oriente e l’occidente. La sua posizione politico-strategica è importantissima. Sebbene vi sia un certo rallentamento nelle procedure per il suo ingresso nella Comunità Europea, le trattative tuttavia sono ancora in corso e un giorno, con ogni probabilità, avremo un paese fondamentalmente islamico tra gli Stati membri della Unione Europea. Insomma, la Turchia è una straordinaria porta attraverso la quale le due culture veicolano saperi, sensibilità e arte. La scelta di questo grande Paese per presentare in prima mondiale #MissionPaganini non è un caso … !?
- Sono molto felice di presentare in anteprima mondiale #MissionPaganini ad Istanbul, una città così affascinante e ricca di storia, arte e cultura.
Paganini è di fatto un emblema internazionale della musica italiana e portare un personaggio così particolare in Turchia è sicuramente una bella impresa. L’opportunità ci è stata data dall’Istituto Italiano di Cultura, che ha organizzato l’evento e che ci ha aperto le porte. L’antica Bisanzio fu chiamata poi la “Nuova Roma”, la capitale d’Oriente, un nodo fondamentale di contatto fra Levante e Ponente. Di fatto è già stata una città Europea, seppur così intrisa di tradizioni e culture orientali. Una storia così densa e controversa che ne fanno un luogo da scoprire e con cui dialogare. Il senso della “Mission” è proprio quello di portare la musica italiana nel mondo, anche nei posti meno consueti e diffondere questo nostro prezioso ed immenso patrimonio.
- L’Istituto Italiano di Cultura di Istanbul porta avanti con grande successo la diffusione della cultura italiana. In questa particolare occasione è la musica a farsi veicolo di trasmissione culturale. Perché la scelta del personaggio da proporre è caduta proprio su Paganini?
- In realtà il programma dedicato a Paganini era già stato pianificato da me e da Yury Revich fra i nostri progetti. L’Istituto Italiano di Cultura lo ha accolto con entusiasmo dandoci la possibilità di debuttarlo in anteprima mondiale. Siamo stati molto felici di accogliere quest’opportunità. Paganini è anche un autore che Yury ha suonato sin da giovanissimo: la sua esecuzione de “La Campanella” è diventata molto celebre negli ultimi anni. Solo su Youtube conta oltre 160 mila visualizzazioni. Abbiamo eseguito brani di Paganini in altri concerti lo scorso anno ed entrambi ci siamo sentiti sempre molto a nostro agio. Una serie di motivi quindi che ci hanno portato a questa scelta artistica.
- Maestro, per un artista come lei, profondamente radicato nella tradizione musicale italiana ma aperto alle contaminazioni e alla ricerca, quanto è stimolante e gratificante esibirsi all’estero e assurgere così alla figura di ambasciatore della tradizione musicale italiana?
- Direi che per me è la soddisfazione più grande: poter rappresentare il mio Paese, con tutto il suo patrimonio artistico e musicale è fonte di grande orgoglio. Da molti anni mi dedico con passione alla nostra tradizione e poter portare la mia ricerca artistica nel mondo è estremamente gratificante. Vorrei lanciare però un monito alle nostre Istituzioni: bisogna tornare a valorizzare, coltivare e diffondere la musica italiana, dando ai giovani gli strumenti per comprenderla ed apprezzarla. Questo potrebbe tornare ad essere, come in passato, fonte di grande ammirazione per il nostro Paese. Per fare tutto questo occorre un programma culturale serio e strutturato, che parta dalla scuola pubblica, passando per i Conservatori e le Università per arrivare fino ai Teatri e alle sale da concerto. Ciò che si fa, a mio avviso, non è abbastanza, ed è molto frammentato. Il nostro patrimonio musicale è di un immenso valore, come quello artistico, ma ancora poco rivalutato, soprattutto dall’Italia stessa. La musica è un veicolo di pace, saggezza e fonte di benessere per l’uomo, dovremmo ricordarlo ogni giorno.