
È una italica specialità quella di essere CT durante ogni partita di calcio, giudice nel corso di Sanremo ed esperto politico sulle questioni internazionali.
Ognuno dal proprio divano.
Con i piedi adagiati sul puf e armato di telecomando, dal mio divano disserto sulle questioni del mondo.
È infatti una italica specialità quella di essere CT durante ogni partita di calcio, giudice nel corso di Sanremo ed esperto politico sulle questioni internazionali. Ognuno dal proprio divano, ovviamente. Magari con una birra accanto…
Posso dunque dissertare sulle questioni che riguardano il globo terracqueo abitato da individui più o meno simili a me, ma per i quali non sento nessuna inclusione.
Ebbene, sono in molti ad essere sorpresi che due storici nemici, come America e Russia, riescano a dialogare, o quanto meno intendano provarci, per sistemare un piccolo terzo incomodo di nome Ucraina, escludendola peraltro dai primi colloqui. Ma, scusate, c’è da meravigliarsi? Ogni personaggio, nelle questioni di spessore o comunque di primario interesse, cerca un interlocutore del suo medesimo calibro, peso, qualità o potenza.
La mitica questione in cui Davide ebbe ragione su Golia divenne tale proprio perché unica, anomala e inusuale.

Un Putin, che ha nel cervello una discreta dose di Lenin e nella circolazione numerose emazie marchiate Stalin, con quale terzietà volete che si metta a discutere per un eventuale cessate le armi nei confronti della Ucraina? Con l’Europa? Ma ci faccia il piacere, ci faccia, direbbe Totò. Putin non ha nessuna stima nei confronti dell’Europa.
Siamo gente dappoco, guidata da una signora bionda che vorrebbe rappresentare 27 espressioni geografiche ma dove ognuna pensa con la propria testa, un’Europa che vuole salvare il mondo e l’umanità preoccupandosi dei tappi delle bottiglie di plastica, della misura delle vongole o dei diritti Lbgt e che non ha neppure un esercito. Ma solo qualche spicciolo di bomba atomica enfatizzata da una “grandeur”.
E neppure a un Putin poteva interessar di parlare con Biden, detto Rimbambiden, ormai un po’ andato di testa, barcollante sui gradini e senza carisma. Aspettava l’uomo forte, Capitan America, la personalizzazione dello zio Sam, quello che parla a nome di cinquanta Stati e nessuno lo contraddice. Quello che digrigna i denti, che picchia i punti sul tavolo, quello con l’orecchio sforacchiato da un proiettile che, anziché farsela sotto, ha urlato incazzato al cielo…
L’uomo forte vuole dialogare con l’uomo forte. Le ansie, le sdolcinature, le inconsistenze, i sogni infantili della pace, dell’inclusione, della tolleranza senza limiti e del politicamente corretto, sono tutte baggianate che lascia a noi europei. Fino a quando ci crederemo…