Non posso fare a meno di tornare con la memoria alla prima volta che sono entrato alla Smau. Sarà stato più di 20 anni fa, con biglietti gentilmente regalati da un amico di famiglia ai vertici di una società di telecomunicazioni. Praticamente il sogno di ogni adolescente. Era appena iniziata l’era dei cellulari, che naturalmente facevano da padroni negli immensi padiglioni dedicati all’innovazione e alla tecnologia.
Ma torniamo nel 2024, in un giorno di fine ottobre miracolosamente risparmiato dalle piogge che hanno contraddistinto quest’anno. La prima cosa da notare, rispetto al passato, è che siamo in linea con i tempi anche per quanto riguarda la razionalizzazione degli spazi. Tutto è più accessibile immediatamente, senza necessità di fare lunghi percorsi per passare da uno stand all’altro. Nel 2002 l’esposizione copriva 80 mila metri quadrati, al giorno d’oggi non più necessari.
Assodato che le dimensioni sono cambiate, il tema di fondo però rimane: l’innovazione, guardare al futuro. Gli enormi stand pieni di cellulari lasciano quindi posto a piccoli spazi con un banchetto e un PC, che al suo interno ha condensati probabilmente tutti gli 80 mila metri quadrati di tecnologia di cui sopra.
Siamo fondamentalmente passati da una visione del futuro basata sull’hardware ad una basata sul software. Moltissime infatti le soluzioni proposte in ogni campo (mobilità, energia, travel, salute, risorse umane…) che si basano su algoritmi, intelligenza artificiale ed applicazioni che possano facilitare il nostro lavoro ed il nostro benessere. Un’enorme mole di dati che viene macinata ogni secondo per riuscire a fornire soluzioni di ogni genere e tipo.
Non mancano poi i Workshop ed i live, che si susseguono ad un ritmo abbastanza serrato. Dagli ospiti e relatori vengono illustrate le Best Practice, i percorsi che hanno portato a degli ottimi risultati nel campo dell’innovazione e dai quali sicuramente prendere ispirazione.
Si respira inoltre un’aria di Startup. È bello vedere che tanti, soprattutto giovani, hanno voglia di portare il proprio contributo e una risposta concreta alle sfide che, mai quanto oggi, la società ci pone.
Ah, quasi dimenticavo. C’era anche lo stand dell’INPS. Che dite, incrociamo le dita?
by Emanuele Carozzi