Un passo dietro l’altro, poche considerazioni, appena accennate, di un “non addetto ai lavori” sulle guerre e la morte della ragione.
Un caro amico, ex collega, con il quale ogni tanto rinverdiamo passate glorie e guardiamo non senza quale timore al presente/futuro, mi ha chiesto: “Spiega tu quello che sta accadendo, tu che ti occupi di più cose, tu che frequenti quelli che contano, tu che non ti sei ancora stancato di non cercare panchine da occupare per occupare il tempo”.
Sono cose più grandi, tanto più grandi di me, le verità si annullano e prevalgono le mezze verità che vogliamo credere siano quelle più vere, in fondo potrei ripetere ciò che devo aver letto da qualche parte e cioè che la verità è una bugia ben detta. Frase ad effetto per venirne fuori senza dire nulla; d’altra parte chi alimenta i propri timori guardando la televisione nascostamente finisce sottotraccia per ripetersi: “Io speriamo che me la cavo”. Le parole “Pace” “Concordia” “Fratellanza” sono solo parole usate a volte magistralmente da chi pensa altro o da chi le ha sentite e le ripete senza capirne il vero senso, o peggio ancora monopolizzate in slogan da corteo dove una volta dissoltisi i partecipanti restano tracce di messaggi sui muri e gente che allontanandosi in cuor suo crede di aver fatto il possibile tutto il possibile mischiando parole d’ordine a nascoste convinzioni di non poter fare di più.
A chi non si aspetta una risposta da Bar dello Sport, dove soggiornano i “so tutto io”, potrei dirgli che la richiesta di provare a spiegare quello che sta accadendo nel mondo mi fa tornare in mente uno che avevo conosciuto in gioventù e che mi aveva chiesto un libro per farsi una cultura… bastasse un libro.
Alla fine, amara riflessione, è che qualsiasi cosa io possa provare a formulare è solo una spenta opinione perché le soluzioni sono sempre in chi dai disastri dovrebbe accontentarsi di arricchirsi di meno.
Ho provato a capire le ragioni degli altri ed ho capito solo che due torti non fanno una ragione. A forza di piangere le lacrime si esauriscono. Sarebbe troppo chiedere “silenzio” silenzio stampa, silenzio alle emozioni … silenzio. Il terrorismo si nutre e alimenta anche grazie all’amplificazione mediatica. Occorrerebbe farsi contadini, piantare alberi e curandoli curare la terra riforestando le speranze.
*foto in evidenza tratta da Pixabay 1444347