Sono gli elementi evocati nel libro di Enzo Morelli sui muretti a secco di Puglia
Il nuovo volume, curato dall’artista bitontino Enzo Morelli per i tipi di Secop Edizioni, offre una raccolta di riflessioni, racconti, poesie che intervallano la riproduzione dei suoi quadri sui muretti a secco.
Questi, insieme agli ulivi (oggetto di una sua precedente pubblicazione), rappresentano le due passioni di Morelli, nate sin dall’infanzia quando costituivano lo sfondo dei suoi giochi e l’orizzonte della sua vita in Puglia.
Le riflessioni che si susseguono nel volume hanno al centro i muretti a secco sotto vari aspetti: dalla poesia alla letteratura, dalla memoria al richiamo ecologico in riferimento al rapporto uomo-natura.
Tipici del paesaggio agreste pugliese, al quale legano la loro identità, i muretti a secco sono stati inseriti dall’Unesco nel patrimonio immateriale dell’umanità.
E ciò a pieno titolo, visto che il muretto a secco non separa ma congiunge, consentendo visioni ulteriori e relazioni di vicinanza che creano comunità anche nella solitudine della campagna.
Nel volume curato da Morelli è anche ben evidenziato l’aspetto poetico dei muretti grazie a pagine dedicate alla “poesia del teatro delle pietre”. Inoltre sono l’habitat naturale di tanti animaletti che qui sono protetti e custoditi insieme ad una serie di erbe e arbusti.
Negli anni sono stati sfondo di giochi fanciulleschi, riposo di contadini stanchi per il duro lavoro della terra, riparo a famigliole in gita (all’epoca più frequenti rispetto alle attuali permanenze negli agriturismi), muti testimoni del sorgere di amori e di baci, talvolta impotenti spettatori di furti e tradimenti. Per questo esercitano il fascino della bellezza e …. del mistero.
Del resto appartengono ai “luoghi che benedissero la nostra infanzia, culla dei nostri talenti e orizzonte delle nostre passioni”, come afferma nel testo posto a conclusione del volume la poetessa Angela De Leo.
Forse oggi la loro immagine è appannata, perché la vita moderna non contempla più muretti a secco e paesaggi campestri ma metropolitane e circonvallazioni, al massimo lussuosi agriturismi, ma i ricordi più belli dell’infanzia talvolta hanno come sfondo proprio i muretti a secco.
Con i suoi quadri, Morelli si pone quale “custode di eternità” perpetuando la memoria dei muretti, una memoria assordante perché avvolta in un silenzio che si nutre del suono discreto della natura custodita dalle pietre e dei ricordi di ore meravigliose che i cuori di persone sensibili ancora custodiscono, quando la campagna faceva da sfondo a gite in amicizia, feste gioiose e amori nascenti.