Kepler-452 incontra per la prima volta il pubblico sul palcoscenico del Teatro Bonci di Cesena il 7 e l’8 febbraio (mercoledì e giovedì ore 20.30) con Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto, lo spettacolo con cui la compagnia ha vinto il Premio UBU 2023 per il miglior progetto speciale.
Prodotto da Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Il Capitale è un’indagine che partendo da Karl Marx porta in scena insieme a Nicola Borghesi alcuni membri del Collettivo di fabbrica lavoratori GKN di Campi Bisenzio: dopo il clamoroso caso di licenziamento collettivo via mail dell’estate del 2021, i due autori, Enrico Baraldi e Nicola Borghesi, hanno intervistato centinaia di operai, hanno partecipato a picchetti, assemblee, manifestazioni, per raccontare cosa succede quando un gruppo di lavoratori decide di tentare di fare la storia e per qualche tempo le logiche del capitale vengono estromesse da un perimetro di spazio: quello di uno stabilimento industriale occupato. Giovedì 8 è prevista una replica in matinée, alle ore 10.15, nell’ambito del calendario di Teatro Ragazzi e a seguire incontro con la compagnia condotto da Lorenzo Donati critico e docente di Discipline dello Spettacolo all’Università di Bologna (progetto Lo spazio del teatro a cura della professoressa Rossella Mazzaglia, docente di Discipline dello spettacolo, in collaborazione con la Sezione Teatro del Dipartimento delle Arti – Università di Bologna).
Lo spettacolo apre la prima edizione della rassegna L’altro sguardo Nuovi linguaggi della scena, che presenta agli spettatori, accolti sul palcoscenico, una ricognizione delle più innovative forme della creazione teatrale: quest’anno artiste e artisti mai ospitati al Teatro Bonci, con poetiche radicalmente contemporanee, tra teatro documentario, performance e drammaturgia originale. Dopo Il Capitale saranno in scenaL’Angelo della Storia di Sotterraneo,il 10 e 11 febbraio, e Best Regards di Marco D’Agostin il 13 febbraio.
Con formati che spaziano dal coinvolgimento in scena di non-professionisti sulla base delle proprie biografie a reportage che trasformano indagini sul reale in momenti performativi, Kepler-452 è mosso da un’urgenza: aprire le porte dei teatri, uscire, osservare ciò che c’è fuori, nell’incrollabile convinzione che la realtà abbia una forza drammaturgica autonoma che aspetta solo di essere organizzata in scena. Con questo spettacolo la compagnia bolognese prosegue un percorso di ricerca sostenuto da ERT a partire dalla produzione degli spettacoli Il giardino dei ciliegi – Trent’anni di felicità in comodato d’uso (Premio Rete Critica 2018), in cui il testo di Čechov incontra la storia di uno sgombero realmente accaduto in Italia nel 2015, F. Perdere le cose (2019), che affronta la vicenda di un migrante senza documenti, e il reportage teatrale sugli haters Gli Altri (2021).
È il 9 luglio 2021 quando la fabbrica GKN di Campi Bisenzio (Firenze) annuncia la chiusura e licenzia immediatamente 422 operaie e operai: da quel momento i lavoratori e le lavoratrici decidono di occupare lo stabilimento. Nello stesso periodo Enrico Baraldi e Nicola Borghesi decidono di mettere in scena Il Capitale di Marx: «dopo la fine del lockdown – raccontano – abbiamo sentito forte la necessità di metterci in ascolto di chi, nella fase immediatamente successiva, avrebbe perso il posto di lavoro. Così abbiamo deciso di girare l’Italia alla ricerca di quei luoghi in cui le pagine di Marx diventano persone e accadimenti». Dopo aver parlato con braccianti agricoli sikh, lavoratori della logistica, sindacalisti, arrivano a Campi Bisenzio e iniziano a frequentare assiduamente i picchetti, le manifestazioni, le assemblee all’interno dello stabilimento occupato della GKN. Mangiano e dormono insieme alle lavoratrici e ai lavoratori, guadagnano anche un soprannome (in fabbrica tutti ne hanno uno), legato alla loro costante presenza e al numero di domande che rivolgono agli operai in presidio: quelli della DIGOS. I due artisti intervistano centinaia di persone, ascoltano e osservano, cercando di volta in volta di tornare alle pagine di Marx per tentare di instaurare un dialogo politico e creativo tra Il Capitale e quello che succede concretamente al presidio. La loro attenzione a un certo punto si concentra su quattro persone: due operai addetti al montaggio, una addetta alle pulizie e un manutentore, invitati a far parte dello spettacolo che «è anche la storia dell’incontro tra una compagnia di teatro e un gruppo di operai metalmeccanici nell’autunno del Capitale. Il Capitale è soprattutto uno spettacolo sul tempo, sul suo scorrere, su chi lo possiede, su chi lo vende, lo acquista, lo libera».
Il testo de Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto, è stato pubblicato nella collana Linea di ERT e Luca Sossella editore, in un volume a cura del docente, giornalista e critico teatrale Lorenzo Donati, che comprende saggi e materiali di lavoro attorno allo spettacolo e alla ricerca di Kepler-452 sul campo. La collana Linea è curata da Sergio Lo Gatto e Debora Pietrobono.
Kepler-452 nasce nel 2015 a Bologna dall’incontro tra Nicola Borghesi, Enrico Baraldi, Paola Aiello e, per la parte organizzativa, prima Michela Buscema e poi, dal 2021, Roberta Gabriele. Fin dall’inizio la compagnia esce dalle porte dei teatri per osservare attraverso la lente della scena ciò che accade fuori. I suoi formati teatrali spaziano dal coinvolgimento in scena di non-professionisti (o attori-mondo), a reportage teatrali che trasformano indagini sul reale in momenti performativi, fino alla creazione di percorsi audioguidati e altri dispositivi di interazione con lo spazio urbano comele diverse versioni di Lapsus Urbano. Con il Festival 20 30 dal 2014 porta in scena numerosi artisti emergenti. Dal 2017 realizza diverse edizioni di Comizi d’amore, un format di teatro partecipato che racconta in scena alcune comunità a partire dalle domande poste da Pasolini nel suo documentario omonimo. Nel 2021 Comizi d’amore è lo spettacolo di apertura del FIBA, Festival Internacional de Buenos Aires, in una speciale edizione diretta da remoto, durante il periodo di lockdown. Per il Museo della Memoria di Ustica, nel 2019, crea È assurdo pensare che gli aerei volino, che tenta la ricostruzione delle biografie di alcune delle vittime dell’incidente che ha coinvolto il DC-9 nel 1980. Nel periodo pandemico la compagnia propone diversi format “interstiziali”, per non rinunciare al teatro: Lapsus Urbano // Il primo giorno possibile e Consegne – Spedizioni notturne per città deserte e Coprifuoco, due esperimenti teatrali in cui un attore travestito da rider tenta una consegna ad uno spettatore travestito da destinatario. Nel 2020 Kepler-452 riceve, per il proprio percorso, il premio Gli asini; nel 2022 vince il bando Daily bread di Stronger Peripheries, accedendo a una serie di residenze tra Italia e Ungheria.
Dal 2018 comincia un percorso di produzione con ERT / Teatro Nazionale: Il giardino dei ciliegi – Trent’anni di felicità in comodato d’uso (Premio Rete Critica 2018); F. – Perdere le cose, che debutta a Vie Festival nel 2019; Gli Altri. Indagine sui nuovissimi mostri (2021); Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto (prima assoluta a Vie Festival nel 2022). A dicembre 2023 riceve il Premio Speciale Ubu per l’attività di ricerca sul campo alla ex-GKN per lo spettacolo Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto.
*Tutte le foto nell’articolo sono di © Luca Del Pia.
Fonte: Ufficio Stampa Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale c/o Teatro Arena del Sole