La storia che si intreccia con la musica, il dramma delle leggi razziali fasciste che sconvolgono la vita di Ezio e Renato Levi, casualmente omonimi per cognome, due figure che appartenevano al mondo musicale milanese.
Una ricerca che ha portato a gettare un cono di luce sui due che contribuirono alla diffusione del Jazz nella Milano degli anni ’30, il primo musicista, autore e fondatore del Circolo Jazz Hot Milano, il secondo editore, discografico e proprietario di un negozio di dischi in piazza della Scala.
La narrazione concerto, andata in scena il 1° febbraio scorso, dal titolo: “LA STORIA DI EZIO E RENATO LEVI: STORIE DI MUSICA DURANTE LA SHOAH” condotta da Luca Bragalini, autore della ricerca, è andata in scena alla Sala Verdi del Conservatorio Verdi di Milano, nell’ambito della 21esima edizione del “Giorno della Memoria, Milano ricorda la Shoa”, che vede impegnati l’Ateneo milanese e l’Associazione Figli della Shoa dal 2003.
La promulgazione delle leggi del 1938 costrinse i due all’inattività, un percorso di comunanza artistica che sfociò in un destino diverso, con il primo che riparò all’estero mentre il secondo venne arrestato e mandato ad Auschwitz, dove trovò la morte. Ad aprire l’evento il maestro Massimiliano Baggio, direttore del Conservatorio, seguito da Daniela Dana Tedeschi presidente dell’Associazione Figli della Shoah.
Particolarmente significativa la presenza in sala di una ventina di discendenti, figli e nipoti dei due, provenienti appositamente dall’Inghilterra, dall’Australia, Svizzera e alcune regioni d’Italia. Nell’occasione, ad alternare la narrazione, Pino Jodice ha diretto la Verdi Jazz Orchestra arrangiando alcuni brani composti dallo stesso Ezio Levi. La parte musicale si è poi conclusa con una composizione scritta appositamente da Jodice dedicata a Renato Levi.