Sui popoli dell’Islam o comunque coloro i quali si identificano e vivono questo tipo di fede, mentalità e costume, vi sono alcune considerazioni oggettive.
La prima è che questi popoli hanno un forte senso della fede. Giusta o sbagliata che sia, essi sentono visceralmente presente il sentimento e la dedizione verso la loro religione.
Al contrario, noi occidentali ci stiamo “scristianizzando”. Stiamo perdendo la nostra fede e i nostri valori Cristiani. Quelli che, pur con inevitabili errori, hanno consentito l’evolversi della nostra cultura, delle nostre tradizioni e del nostro vivere civile. Diceva Benedetto Croce: “non possiamo non dirci Cristiani”. E a parere di molti, l’Europa Unita ha commesso il grave errore di non inserire nel suo ordinamento, quale incipit, la nostra origine giudaico-cristiana.
Seconda considerazione: i popoli islamici sono disposti a morire per una causa nella quale credono. Giusta o sbagliata che essa sia, sono pronti a perdere la loro vita per un obbiettivo sentito, partecipato, identitario.
Al contrario di ciò che accade da noi. Guardiamo la nostra Italia: dopo il demenziale clima di pacifismo che in sessant’anni ha inebetito tre generazioni, di fronte a una ipotetica guerra che dovesse invadere i nostri confini la maggior parte dei nostri giovani se la darebbe a gambe levate; oppure si sottometterebbe supinamente a qualsiasi despota o stato criminale pur di non rischiare la propria esistenza. Una volta si chiamava viltà o codardia. Oggi si preferisce, farsescamente, definirlo quale “desiderio di pace nel mondo”.
Terza considerazione: gli islamici mettono al mondo numerosi figli. E già stanno pian piano invadendo, in modo apparentemente pacifico, i nostri territori. Al contrario, noi occidentali non generiamo prole tesa ad incrementare la popolazione. In Italia, addirittura, siamo al minimo mondiale assoluto delle natalità.
Ultima considerazione oggettiva: il credo islamico ha un forte potere teocratico. Esso non ha vissuto, al contrario della civiltà occidentale, l’Umanesimo, il Rinascimento, l’Illuminismo e la Democrazia. Ciò lo porta ad usare metodi di giudizio, mezzi e legislazioni fortemente coercitive sulle libertà istituzionali e individuali. Infine, per quanto riguarda la considerazione del mondo femminile, la distanza fra il nostro costume, che pure non sarà perfetto, e la mentalità islamica, mette in evidenza un abisso.
Poste queste premesse, e tastando il polso a scontri bellici tra Israele e Hamas, attentati di stampo islamico in varie parti d’Europa oltre a preoccupanti dichiarazioni spontanee di taluni seguitissimi Imam, è assolutamente plausibile che l’Islam desideri, entro breve, conquistare nuovi spazi, nuovi territori, impossessarsi di economie redditizie e qui imporre le sue volontà, le sue tradizioni e il suo credo. La nostra Civiltà occidentale, che vanta e crede di diffondere nel mondo un modello di democrazia, è tanto presuntuosa quanto stupidamente permissiva, ingenuamente tollerante (fino a consentire l’intolleranza altrui), e genera (pochi) nuovi cittadini sempre più viziati, coccolati, psichicamente fragili, ansiosi per il cambiamento climatico (sic), vittime di un benessere ipnotico e di un mondo “virtuale” che fa perdere loro ogni senso della realtà. Per concludere, l’Islam affonderà la sua retrograda e violenta mentalità nella “evoluta” democrazia occidentale, come una lama calda nel burro.