La Pinacoteca di Varallo, in seguito al grande successo ottenuto lo scorso anno dalla mostra su Gaudenzio Ferrari, organizza un’esposizione che intende valorizzare e far conoscere la propria prestigiosa collezione di maioliche ricevuta in donazione, tra il 2004 e il 2007, dall’imprenditore valsesiano Luciano Franchi e intitolata al figlio Francesco.
A pochi anni dalla scomparsa del donatore, nella consapevolezza dell’importanza che la collezione ha ricoperto nella promozione della Pinacoteca, anche a livello internazionale, si intende rendere merito a Luciano Franchi che si è fatto promotore e artefice di una operazione culturale che porta a riflettere sull’importanza delle donazioni nella valorizzazione del patrimonio culturale italiano.
La richiesta di prestito ad alcuni dei grandi musei che annoverano nel loro patrimonio, o addirittura si fondano sulle collezioni di ceramiche, ha avuto un riscontro immediato permettendo alla Pinacoteca di organizzare la mostra “Maioliche a Varallo. La collezione Franchi dialoga con altri Musei”. L’esposizione è curata da Carla Falcone, Direttore Conservatore di Palazzo dei Musei, Giulia Anversa, Curatore della Collezione Franchi e Paola Angeleri, Conservatore delle Collezioni Artistiche della Pinacoteca di Varallo.
Unitamente alla donazione Francesco Franchi, esposta in Pinacoteca, saranno presentate per la prima volta venti opere che la famiglia del donatore conserva nella propria collezione privata, già rese note agli studiosi grazie alla loro pubblicazione sui cataloghi. A queste si aggiungeranno quattro opere prestate dal MIC – Museo Internazionale della Maiolica di Faenza, dal Museo Nazionale del Bargello di Firenze, dalle Civiche Raccolte d’Arte Applicata del Castello Sforzesco di Milano e dal Museo Civico d’Arte Antica – Palazzo Madama di Torino.
La collezione Franchi annovera in totale 194 opere che scalano dal sec. XIV al sec. XVIII, pubblicate in due cataloghi a cura della studiosa Giulia Anversa e riferibili a diverse aree produttive italiane.
Tutte le opere ospitate saranno affiancate alla collezione della Pinacoteca all’interno delle teche fatte realizzare e donate a suo tempo dal collezionista Luciano Franchi e che costituiscono un’ambientazione di design ideale per i manufatti ceramici.
Dopo la sezione dedicata alle opere arcaiche e alle ceramiche graffite, in quella dedicata alle maioliche del primo Rinascimento, si potrà ammirare un piccolo Orciolo da Farmacia di una bottega di Montelupo con una figura animale, in un medaglione, circondato da elementi fogliati a“zaffera” che sarà affiancata “in dialogo” a un esemplare analogo prestato dal Museo Nazionale del Bargello.
La maiolica istoriata rinascimentale è ben rappresentata all’interno della Pinacoteca da alcune opere, fra cui ricordiamo il tondino con Dedalo e Icaro di Francesco Durantino datato 1542 e il magnifico piatto della bottega di Guido di Merlino con la scena del dono della testa di Pompeo a Cesare, da parte di Tolomeo XIII. In dialogo con questo nucleo, sarà presente lo splendido piatto con L’allegoria della Fama perduta di Roma di Francesco Xanto Avelli, in prestito dalle Civiche Raccolte d’Arte Applicata del Castello Sforzesco di Milano.
La ricca raccolta di opere faentine del cosiddetto Periodo Compendiario vedrà protagoniste del dialogo due “coppe a inganno”, una della bottega Utili, dalla collezione privata Franchi, e una della bottega di Virgiliotto Calamelli dal MIC di Faenza, simboli del gusto della committenza rinascimentale alla ricerca di forme insolite colte e ricercate.
Il magnifico vaso con allegorie, caratterizzato da una raffinata ricerca di equilibrio tra la complessamorfologia e il gusto decorativo, generosamente prestato dal Museo Civico d’Arte Antica – Palazzo Madama di Torino, sarà in dialogo con il vasto gruppo di opere di manifatture pavesi dei primissimi anni del sec. XVIII della raccolta Franchi.
Le opere in prestito dalla famiglia Franchi andranno a completare infine le sezioni delle maioliche lombarde con un bel gruppo di opere alla “frutta barocca” di Pavia, e soprattutto con un magnifico versatoio di manifattura lodigiana del sec. XVIII con decoro “alla Rouen”.
Infine la sezione dedicata alla maiolica di Castelli vedrà riunirsi nelle vetrine alcuni piattelli e piccole opere con lustro in oro in raffronto con quelli della Pinacoteca e soprattutto con i due grandivasi di Castelli d’Abruzzo che annoverano illustri confronti nelle raccolte di Augusto il Forte, principe elettore di Sassonia a Dresda.
La mostra di Varallo aprirà a distanza di qualche giorno dall’inaugurazione dalla grande esposizione L’Italia del Rinascimento. Lo splendore della maiolica, che si svolgerà nella Sala del Senato di Palazzo Madama a Torino dal 12 giugno al 14 ottobre 2019, curata da Timothy Wilson e Cristina Maritano.
A suggello della felice coincidenza le due istituzioni museali piemontesi, in stretta collaborazione, hanno ritenuto opportuno coinvolgere la comunità scientifica sollecitando la riflessione sul tema del collezionismo di maioliche e il suo rapporto con i musei, così come sulla storia delle manifatture italiane. Le due giornate di studio dal titolo Il collezionismo fa grandi i musei. Giornate di Studio sulla maiolica italiana, avranno luogo il 16 settembre a Torino e il 17 settembre a Varallo con il coinvolgimento di numerosi studiosi italiani e stranieri.
Fonte: Palazzo de Musei di Varallo – Società di incoraggiamento allo studio del disegno e di conservazione delle opere d’arte in Valsesia Onlus.