In questa occasione vorrei porre all’attenzione di Voi lettori di Farecultura una missiva inoltrata qualche mese fa al Santo Padre su un tema che mi coinvolge particolarmente. Sperando che possa essere letta da tutti quei Parroci sensibili al problema e visto che in alcune Chiese ciò avviene già, di seguito la riporto integralmente.
“Amatissimo Santo Padre Francesco,
mi permetto di scriverti nella speranza che questa mia lettera ti sia consegnata per una precisa sollecitazione da parte di mia figlia. Olivia ha 19 anni ed è stata adottata a soli 12 mesi in Brasile e ti garantisco è una creatura di una sensibilità e umanità unica.
Il suo amore l’ha portata a rendersi troppo disponibile verso i suoi compagni di scuola e di vita e questo purtroppo gli è costato anche parecchie afflizioni e angosce.
Si è quindi dedicata all’aiuto degli animali ‘ da strada’ accogliendone alcuni nella nostra casa e studiandone meticolosamente la loro storia e il loro comportamento.
Recentemente, sapendo del mio impegno nella ricerca spirituale tramite l’ Associazione Cavalieri Cattolici Templari d’Italia, mi ha posto una domanda. ‘”Perché papi i nostri amici quadrupedi non possono entrare in Chiesa?”
Sapendo che la normativa vigente in materia , prevede l’accesso dei nostri amici quadrupedi in tutti i luoghi pubblici, tranne in quelli in cui si preparano cibi, non quindi i ristoranti, bensì le cucine, a meno che non vi sia un esplicito cartello di divieto all’ingresso, mi è risultato difficile motivare il diniego nelle nostre Chiese.
Olivia poi è fortemente convinta che i suoi animali che chiama ‘fratelli’ o ‘sorelle’ possiedano un’anima ricordandomi che “animale” significa “dotato di anima”.
Ho spiegato poi ad Olivia che probabilmente il diniego è legato ad una questione di carattere igienico o di disturbo, ma lei controbatte dicendo che ogni cristiano cosciente e responsabile non porterebbe mai in chiesa un quadrupede irruento e/o rumoroso che disturberebbe la funzione religiosa.
Poi sostiene una tesi difficilmente contestabile, mi ricorda sempre San Francesco d’ Assisi che considerava TUTTI gli animali quali Fratelli e quindi indiscriminabili di fronte a Dio; se Lui ama tutto il creato e le Sue creature e non solo quelle dotate di parola, non vede perché i cosiddetti bipedi discriminino i quadrupedi!
Scusami se ti coinvolgo in questa ‘questione minore’ , conosco perfettamente gli immensi problemi che ti affliggono e in occasione delle Giornate Mariane, io e i miei Fratelli e Sorelle presenti, abbiamo letto nei tuoi occhi tale preoccupante peso.
Sono certo che a tempo dovuto riuscirai a rispondere ad Olivia la quale insiste sulla necessità del promuovere un logico e ampio amore per tutte le creature, a nessuna delle quali dovrebbe essere vietato l’accesso proprio nella “casa” del loro Creatore. La Chiesa per prima e nella sua interezza dovrebbe riconoscere la sacralità ed il valore intrinseco di ogni essere vivente.
Con immensa devozione ed ammirazione ti abbraccio.
Giordano Ambrosetti”