Cosa lega il conflitto del 1914-’18 con la pandemia più terribile che ha segnato l’era moderna?
Di questo interessante “dualismo” si è parlato settimana scorsa nello storico Palazzo Cusani di Milano che ha sede nel centralissimo quartiere di Brera. Il convegno è stato organizzato da “Caffè di Pensiero”, iniziativa nata nel 2009 da parte dell’Associazione “Tutti più educati” ed è oggi riconosciuta tra gli eventi di spicco che caratterizzano l’approfondimento e la divulgazione della Cultura nella città di Milano. Questo grazie alla sapiente regia della dottoressa Laura Caradonna, madrina da anni dei tanti eventi organizzati, nonché Presidente dell’Associazione.
L’argomento dell’incontro ha appassionato i tanti ospiti che sono intervenuti a Palazzo Cusani, grazie anche ai due relatori che con professionalità hanno esposto i due temi.
La dottoressa Luisa Monini ha fatto un “excursus” della Spagnola a partire proprio dal nome, poiché la sua esistenza fu inizialmente riportata soltanto dai giornali spagnoli. In realtà il virus fu portato in Europa dalle truppe statunitensi che, a partire dall’aprile 1917, confluirono in Francia per la Grande Guerra. Allo scoppio dell’epidemia, il conflitto durava ormai da quattro anni ed era diventato una guerra di posizione: milioni di militari vivevano quindi ammassati su vari fronti, in trincee anguste con condizioni igieniche terribili che favorivano la diffusione del virus. I numeri sono terribili in quanto la pandemia ha contagiato circa un miliardo di persone dal gennaio 1918 al dicembre del 1920. Le vittime, si calcola, furono 30 milioni anche se alcune statistiche parlano addirittura di 50. Una tragedia nella tragedia. Perché anche la Prima guerra mondiale per quanto riguarda le vittime che ha provocato non è da meno. Perirono infatti sui 15 milioni di persone, quasi tutti militari.
Della Grande Guerra, come viene definita, ha parlato il dottor Federico Serretta, storico e coinvolto direttamente in quanto un suo prozio, il giornalista siciliano Salvatore Serretta perse la vita durante il conflitto. Sottotenente di complemento dell’85° fanteria, promosso al grado di tenente nel 1916, morì nel giugno del 1917 durante la decima battaglia dell’Isonzo a San Giovanni di Duino. Interessanti sono state le testimonianze proiettate durante l’incontro con video e pagine toccanti del diario tenuto da Salvatore Serretta durante la sua esperienza al fronte.
Foto in evidenza: un momento del convegno a Palazzo Cusani di Milano