Chi come mè ha come impegno quello di dedicare molto del proprio tempo alla politica del proprio territorio sa, e comprende che oggi sempre più l’umanità è legata da un unico destino che richiede una comune assunzione di responsabilità, ispirata da un umanesimo integrale e solidale. Una solidarietà che non può ridursi a un sentimento di vaga compassione, ma che si esplica in una determinazione convinta e perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno perché tutti siamo veramente responsabili di tutti. (Sollicitudo rei socialis). Tra dieci giorni i cittadini dei 27 Stati dell’Unione Europea saranno chiamati alle urne per decidere di procedere nel cammino verso una Confederazione e poi una Federazione degli Stati Uniti d’Europa. Contemporaneamente in Italia 3.865 municipi, quasi la metà dei Comuni del Paese, rinnoveranno il proprio Sindaco e il relativo Consiglio Comunale. La regione Piemonte eleggerà una nuova legislatura, ed il Trentino Alto Adige svolgerà le elezioni suppletive dei suoi due collegi elettorali della Camera dei Deputati. Un appuntamento elettorale strategico, quello del prossimo 26 maggio, e di estrema importanza sia per il futuro scenario continentale e quindi globale, nonchè per la buona e coerente amministrazione locale dei nostri territori.
Una riflessione è necessaria valutando come i sondaggi non possono essere il criterio guida delle decisioni politiche. Una politica così condotta è il segno di una rinuncia alla responsabilità di interpretare i bisogni e di operare secondo giustizia. L’azione politica non può ridursi alla mera ricerca del consenso attraverso interventi che rispondono prevalentemente a logiche individualiste o a meri interessi di parte. “Il bene comune esige di essere servito pienamente, non secondo visioni riduttive subordinate ai vantaggi di parte che se ne possono ricavare, ma in base a una logica che tende alla più larga assunzione di responsabilità. E’ un bene arduo da raggiungere, perché richiede la capacità e la ricerca costante del bene altrui come se fosse proprio.”(Compendio della dottrina sociale della Chiesa n.167). E in questo la politica deve assumere un compito di guida. Al politico è richiesto di stare davanti nella ricerca difficile del bene e non di seguire pedestremente gli umori e le passioni interessate che sorgono in ogni convivenza, con il rischio, oggi più che mai evidente, che si cerchi nelle istituzioni solo vantaggi e ci si difenda da esse quando chiedono il pagamento dei costi. Gli obiettivi da perseguire non possono dipendere esclusivamente da interessi di parte, ma in misura molto maggiore dalla funzione di sintesi e di mediazione in vista del bene comune, che costituisce una delle finalità essenziali e irrinunciabili dell’autorità politica.
Noto poi che prevale sovente nella riflessione politica lo slogan facile e l’adesione acritica. Sembra non avere spazio la fatica dell’informazione, ridotta ad un distratto ascolto mediatico, pare non avere più cittadinanza il dovere della conoscenza, della riflessione, del confronto, per cogliere il valore delle idee in campo e per saper rendere ragione delle scelte che si intendono compiere. L’adesione ad una parte appiattisce il pensiero, inibisce la presa di posizioni dialettiche per l’elaborazione di diverse ipotesi, sovente giustifica ogni azione… riduce la partecipazione responsabile e intelligente a cortigianeria ossequiosa.
Del resto tutti oramai ci accorgiamo come il pressappochismo, la superficialità, la politica urlata, la rabbia del risentimento e del rancore, il linguaggio ruvido e violento, unitamente ad una disintermediazione aiutata dall’informazione dei social, rappresentano la dimensione degenerata dell’attuale dibattito politico.
Auspico che l’ultima domenica di maggio possa portare un nuovo rinascimento Italiano ed Europeo capace di raggiungere uno sviluppo nel rispetto di tutti risolvendo le istanze disattese del nostro amato Paese.