Riprendiamo il nostro percorso in onore ad EXPO 2015 e oggi vorrei parlarvi della struttura simbolo di questa mostra universale … l’imponente ‘ Albero della Vita’.
L’opera è stata disegnata da Marco Balich, direttore creativo e produttore di grandi eventi e Cerimonie; ha infatti creato e prodotto le Cerimonie di Apertura e Chiusura dei Giochi Olimpici di Torino 2006 e produrrà le cerimonie dei Giochi Olimpici di Rio de Janeiro del 2016, definendosi tramite la sua società ‘un produttore di emozioni” .
Bisogna infatti dire che chi ha assistito allo ‘spettacolo della vita’- così io l’ ho soprannominato dopo tale momento – non può che non riconoscere al suo ideatore una indiscussa capacità di forgiare emozioni, del resto il disegno con cui si intrecciano legno e acciaio è ispirato al pavimento della piazza del Campidoglio di Roma, realizzata da Michelangelo, simbolo del Rinascimento italiano.
Vediamo meglio come è stato progettato e realizzato. In primis per la realizzazione dell’Albero della Vita sono stati utilizzati sofisticati programmi di calcolo agli elementi finiti e si è fatto ricorso, per la modellazione grafica e per i disegni tecnici di produzione, all’impiego di software 3D dedicati con output idonei per la macchina a controllo numerico. La parte lignea dell’Albero pesa in totale circa 90 tonnellate, la colonna centrale o ‘fusto’ ha un diametro di 2,5 metri, la sua altezza è di 36 metri. Il fusto metallico è stato studiato per essere sfruttato durante la fase di montaggio come guida per il montaggio degli undici livelli che compongono la ‘gonna’, il ‘fusto’ e la ‘chioma’ ed è pensato per ospitare tutta la parte relativa all’impiantistica. Il ‘fusto’ nasconde una scala di accesso e i vani tecnici destinati agli addetti ai lavori: tramite questa scala si può raggiungere una terrazza panoramica posta sulla cima dell’Albero, destinata ad ospiti selezionati come troupe televisive per riprese video o personalità. Interessante è l’ invenzione delle ‘spire’ complessivamente in numero di 24, con lunghezza di circa 124 metri cadauna e sezione 16×28 centimetri, di cui 12 destrorse e 12 sinistrorse; va poi notato che ogni spira è costituita da 19 conci uniti mediante assemblaggi meccanici eseguiti in cantiere. A sua volta ogni concio è composto da 5/6 pezzi che sono l’unità elementare della spira. Quindi in totale si hanno 1392 pezzi di legno lamellare di larice di provenienza siberiana e svizzera. Altro elemento tecnicamente interessante da un punto di vista ingegneristico è la chioma del nostro albero; infatti il suo peso totale, considerando le spire in legno ed il tubo centrale è pari a circa 80 tonnellate: si è trattato, quindi, di un’operazione molto delicata e non certo facile se si considera sia il peso della chioma stessa che il suo diametro di circa 40 metri.
Componente importante nello scena sono le luci e gli effetti scenici, sia dalla melodia. La “Tree of Life Suite”, musica che accompagna l’evento, è stata composta da Roberto Cacciapaglia e regala un’atmosfera romantica, eccitante e coinvolgente a chi ha la fortuna di ascoltarla associata all’andamento ritmico delle luci e delle fontane della Lake Arena. Del resto le spettacolarizzazioni sono ricche di giochi d’acqua e di effetti tridimensionali, mentre quelle serali sono costituite inoltre da elementi di illuminotecnica architetturale in movimento, grafiche laser, giochi di fumi e pirotecnia.
Concludo ricordando il richiamo al gioco di squadra fatto proprio da Diana Bracco, commissario per il Padiglione Italia: “Questo deve essere la base di una ripresa orgogliosa per l’Italia che deve rialzare la testa perché siamo grandi, siamo stati grandi nel passato e lo saremo nel futuro”.