‘Per garantire la mensa scolastica a un costo accessibile per tutti i bambini, che il Comune discrimina fra italiani e stranieri applicando la tariffa massima. Per una società eguale nei diritti e nei doveri. Per favorire l’inclusione e l’integrazione sociale e culturale.’
Con questi slogan scende in campo il Comitato di Azione e Resistenza Civile in una assemblea pubblica giovedì 13 dicembre alle ore 21 in Sala Previato, allo SpazioCultura della Biblioteca in piazza della Vittoria a San Giuliano Milanese. L’Amministrazione Comunale ricalca così le orme della Giunta di Lodi, che impone sulla base di una deliberazione regionale pensata per altre necessità (assegnazione case popolari, sussidi economici, ecc.) la fascia più alta per le mense scolastiche e lo scuolabus a quanti non consegnano il certificato suppletivo richiesto, da cui non risultino proprietà immobiliari nel paese di origine degli stranieri.
Il caro mensa riguarda anche molte famiglie italiane che hanno difficoltà di reddito, ma in questo caso si tratta di marcare una imposizione ulteriore. Giacché si sa che reperire il certificato è di difficile attuazione e in alcuni casi impossibile, perché gli Stati non hanno registri immobiliari e annegano nella burocrazia.
Ancor più perché i certificati richiesti non hanno confronti tabellari per capire, qualora risultasse una proprietà, quanto inciderebbe in termini di reddito sul certificato Isee.
Quello che vorrebbe passare, secondo il Comune, per un provvedimento di giustizia sociale risulta alla fine discriminatorio e penalizzante per le famiglie numerose che non possono permettersi di pagare la fascia più alta per la mensa, 5,10 € a figlio al giorno. Perciò le famiglie sono costrette a ritirare i figli da scuola durante la mensa, che è a tutti gli effetti tempo scuola, oppure a dar loro un panino da consumare in una stanzetta, quasi fossero in castigo, lontani dai compagni di classe.
Una separazione che non ha senso, soprattutto se proiettata sul domani, in quanto crea già i presupposti per cittadini di serie A e di serie B, mentre si ha bisogno di più integrazione e inclusione.
Il Comitato con questa assemblea, a cui ha invitato esponenti del Comitato Uguali Doveri di Lodi, chiama i cittadini italiani e stranieri a contrastare la decisione del Comune e a intraprendere le azioni di mobilitazione e legali per far rispettare il principio di eguaglianza sancito dalla Costituzione. E, come a Lodi, se il Comune non dovesse recedere, a promuovere una raccolta fondi di solidarietà per integrare il costo maggiorato del pasto per solidarietà con gli ultimi, italiani o stranieri che siano.