Un decennio, in una trentina di immagini, significative di un’epoca che immaginava l’utopia al potere. Un grande afflato collettivo, come poi non ci sarebbe più stato, almeno fino ad ora. Gli operai delle fabbriche marciano compatti e sorridenti, colmi di speranze che il mondo possa cambiare sotto le loro marce e le canzoni di lotta, per rivendicare il ‘vogliamo tutto!’ I giovani studenti che attraversano le città con grandi striscioni e slogan contro la cultura dominante, quella dei padroni. Le donne che ieri come oggi sono in piazza a rivendicare il loro diritto all’autonomia e alla scelta di procreare.
I cortei, gli scontri con la polizia, vittime da una parte e dall’altra. Cadono giovani vite da una parte dello schieramento politico e da quello contrapposto.
Emozione pura davanti alle foto di vita vissuta da chi per molti di noi c’era e incitava i compagni e urlava con l’anima in gola ‘potere a chi lavora!’, contro lo sfruttamento. Sù lottiamo ideale, nostro fine sarà…
L’ideale ha accomunato le masse operaie e studentesche per un cambiamento, dove finalmente il mondo poteva cessare di essere diviso in sfruttati e sfruttatori e tutti in una utopistica visione ci si poteva beare tra le musiche e i canti a vivere accanto, a collaborare, a consumare secondo i propri bisogni e a contribuire secondo le proprie capacità.
Giovanna Calvenzi, che ha curato la mostra insieme ad Alberto Roveri, nel manifesto di presentazione riassume il senso di questi scatti non come ricostruzione, impossibile in poche immagini, ma come “un’occasione, per ognuno dei fotografi che hanno accettato di partecipare, per riflettere su quello che per loro il lungo ’68 ha significato.” Una possibilità di confrontare attraverso la memoria visiva “i frammenti di un’epoca che tanto ha inciso sulla nostra storia.” Una testimonianza e una documentazione utile e necessaria per le generazioni che hanno sentito parlare del ’68 ma non ne sanno nulla. Un decennio lungo contrapposto al secolo breve, un’epoca di speranze, di gioia anche. Lo si vede in quelle facce distese al Parco Lambro o nei gesti di quelle ragazze che davanti all’arcivescovado di Milano ballano felici la danza della vita.
Grazie al contributo che la fotografia e i fotografi ci regalano, fra cui per fare alcuni nomi: Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Uliano Lucas e molti altri.
Cascina Cuccagna, 29 novembre-22 dicembre 2018. Orari mostra da lunedì a domenica dalle 10.00 alle 19.00, ingresso libero, via Cuccagna 2 Milano