La storia infinita della crisi greca e, soprattutto, l’emergenza immigrati erano i temi scottanti sul tavolo del Vertice dei Capi di Stato e di Governo tenutosi a Bruxelles il 25 giugno scorso. Pochi i risultati, ma ce lo aspettavamo!
Le questioni che erano “in ballo”, possibile default greco ed immigrazione, non sono dossier da poco e la loro soluzione è impossibile da conseguire in tempi ristretti.
È stata una giornata dura, dove chi ha perso è l’Europa perché l’ideale di una Unione responsabile e solidale sulla quale i padri fondatori avevano basato la loro “casa comune europea” è stato palesemente messo in discussione.
Renzi, deluso dai pochi risultati ottenuti nonostante il suo grande impegno, è andato forse anche sopra le righe dicendo ai partner “se non siete d’accordo sulla ripartizione dei 40.000 profughi da accogliere subito non siete degni di chiamarvi Europa”. Posizione forte ma, tenuto conto dei delicati equilibri propri dell’attuale complessa situazione comunitaria, forse inappropriata.
Ma anche la Mogherini, alto rappresentante europeo per la politica estera, ha affermato che “se l’Europa non riesce a sistemare i 40.000 clandestini che attendono in Italia e Grecia, non è idonea ad andare a negoziare in giro per il mondo”.
Il Presidente della Commissione Europea Juncker, che ha visto decisamente rifiutata la sua proposta di ripartizione dei migranti secondo quote obbligatorie, ha dal canto suo risposto alle critiche di alcuni leader rigettandole bruscamente e prendendo amaramente atto della modesta ambizione dell’Europa di oggi.
La cancelleria tedesca Merkel ha prosaicamente definito la presente crisi dell’Unione sui migranti come la “più grande sfida da lei mai vista” da quando è al potere in Germania e, qualcuno maliziosamente dice, anche in Europa.
In definitiva chi ha perso è l’Europa. Quali i risultati? Irrilevanti e non risolutivi.
Per ripartire il pacchetto dei 40.000 clandestini già presenti in Italia e Grecia cui si aggiunge un secondo pacchetto di altri 20.000 fuori dall’unione europea, si procederà su base volontaria. Figuriamoci!
I criteri di questa volontarietà (economia, estensione territoriale, popolazione, ecc.) saranno decisi a fine luglio. Speriamo bene, l’estate incombe e negli ultimi anni il Ferragosto si festeggia anche in Europa.
Ci saranno sicuramente altre discussioni e distinguo e quindi non esiste un vero e proprio “via libera” da parte dei partner.
Nel frattempo l’esodo verso l’Europa continua e l’Italia, costretta dagli eventi, dovrà con orgoglio, finalmente fare da sé almeno per tutta la prossima estate che si profila veramente difficile. È per noi un grave insuccesso diplomatico sull’auspicata condivisione di un problema, quello dell’immigrazione, sul quale il nostro paese aveva molto investito.
Gli esiti del Vertice peseranno sul ruolo e sulla credibilità politica del nostro paese a Bruxelles.
Nella foto: Il vertice dei Capi di stato e di Governo del 25 giugno 2015 (Foto tratta dal sito ufficiale dell’Unione Europea)