Cambiano i paradigmi della società e con essi anche le favole con il loro contenuto pedagogico messo in crisi dai nuovi parametri politico-culturali?
Il clima natalizio ci porta inevitabilmente alla gioiosità dei bimbi che, da Babbo Natale, Gesù Bambino, San Nicola o Santa Lucia, secondo la felice dislocazione nella nostra Penisola, riceveranno doni natalizi. Ma fra i regali sotto l’albero vogliamo pensare che esistano ancora i libri di favole, quelle capaci di trasmettere sani principi morali, nell’eterna lotta fra bene e male, che fin dall’infanzia è necessario conoscere. Però, si sa, nel tempo la morale è cambiata e, con essa, purtroppo, anche le favole.
Ad esempio volete pensare che oggigiorno sia ancora accettata la vicenda di Cappuccetto Rosso? Quel felice episodio di vita dove la nonna era la saggezza della famiglia, il lupo rappresentava il cattivo di turno e il cacciatore il coraggioso che salvava la situazione? Ma neanche per sogno. Figuratevi se il lupo, razza (ma si può ancora dire “razza”?) superprotetta può essere considerato il “cattivo” per eccellenza. E il cacciatore? Orrore! Direbbero gli animalisti e gli anti-caccia. Il cacciatore, lui sì, è il vero cattivo, lo sterminatore di fauna in via di estinzione! Quindi la versione della favola nel terzo millennio potrebbe essere così riveduta: la nonna muore e pace all’anima sua perché tanto è vecchia, anzi, diversamente giovane. Il cacciatore sta per sparare a Cappuccetto Rosso perché ha visto muoversi un cespuglio e crede si tratti di una lepre, ma interviene prontamente il lupo che, ben gli sta, divora il cacciatore salvando la bimba la quale, per riconoscenza, corre ad iscriversi alla Protezione Animali. E, lei e il lupo, vissero insieme felici e contenti.
E Pollicino? È mai possibile che costui sprechi il pane sbriciolandolo nel bosco? I volontari contro la fame nel mondo si stanno ribellando per tale pessimo insegnamento ai bimbi. Poi, dopo mille peripezie, l’orco ubriaco si confonde e mangia le sette figlie… Eh, no! Questo è “femminicidio” bell’e buono. Insomma, favola da vietare fino ai 18 anni.
Parliamo dell’uomo nero. Quello che, a margine delle fiabe nate per tenerci buoni, tanto ci terrorizzava quando eravamo infanti. Bene, è ormai pericolosissimo temere l’uomo nero. Perché se il vostro figlioletto o nipotino incontra per strada un nigeriano e grida “aiuto, l’uomo nero!” c’è il caso vi capiti fra capo e collo una denuncia per razzismo.
Infine, perché non attualizzare Pinocchio? Figlio di un single, potrebbe secondo i nuovi intendimenti esortare all’adozione monogenitoriale e fin qui tutto bene. Ma poi non sarebbero tollerate le orecchie d’asino, ignobili fattezze tese ad umiliare il povero burattino sì da dover richiedere un insegnante di sostegno. Poi Pinocchio incontrerebbe una fatina che non vorrà più corrispondere alle sdolcinate fattezze di un essere angelico ed etereo: simbolo di fidanzata, madre tenera, moglie premurosa ed angelo del focolare, come poteva andar bene ai nostri nonni. Roba da patriarcato! La femminea figura andrà sicuramente rimodellata con i tempi: quindi una attivista sociale in jeans, con piercing al naso e al labbro, che mastica chewing gum, beve birra e magari tira qualche rutto. Insomma una fatina emancipata… Infine, i carabinieri per il povero Pinocchio? Ma per favore, addirittura gli sbirri! Al massimo ai “domiciliari”, e nella bottega del padre. Dove, se non sarà scappato dalla sua stessa favola, diventerà un vero fanciullo.
Anche Biancaneve non riceverà più la mela avvelenata. Ciò farebbe solleverebbe i coltivatori diretti della Val di Non, per procurato allarme sul loro tradizionale prodotto. Quindi la possibilità di un esposto alla magistratura, con l’imposizione di smentire la notizia su media e social.
Quanto al soldatino di piombo, non se ne parla nemmeno! Vogliamo scherzare? Niente militarismo, niente armi, le associazioni pacifiste sono pronte ad insorgere. Giusto quindi che il milite guerrafondaio finisca sciolto nel fuoco. Assolto invece e, con tutte le comprensioni e l’assistenza sia psicologica che sociale del caso, il malefico nano gobbo che per invidia volle la rovina del soldatino. Infatti sarà pur cattivo, ma è un… diversamente abile.