L’esposizione, aperta al pubblico dal 7 al 24 maggio, è l’insieme di dieci opere che esplorano il concetto di interconnessione profonda che correla tutti gli elementi materici dell’universo.
Per esprimere la sua visione l’artista parte dalla purezza geometrica di un elemento specifico: la pallina da ping-pong. Questo elemento modulare permette a Petrucci di mostrare un mondo che può essere esaminato solo al microscopio: le semplici palline da ping-pong, intagliate e cesellate con attenzione maniacale, diventano atomi impercettibili della materia che, assemblati tra loro, danno vita a combinazioni di forme armoniche infinite. Aggregando le sfere con sapienti variazioni cromatiche, Petrucci conferisce alle opere un effetto di moto continuo.
Davide Silvioli, critico d’arte contemporanea, commentando il processo creativo di Petrucci spiega che “l’autore, interrogandosi sulla relazione ancestrale tra umano e microcosmo, realizza opere che, per restituzione estetica, evocano colonie batteriche, agglomerati cellulari, tessuti biologici e aggregati atomici, di cui ogni elemento possiede una propria irripetibilità. Così come la sua sperimentazione sottende all’algebra che correla gli insiemi e i sottoinsiemi del mondo in un medesimo pattern biofisico, alla complessa proporzione per cui siamo ecosistemi dentro altri ecosistemi, ricordandoci che siamo una singola moltitudine”.
Petrucci ha intrapreso una sfida visionaria, contaminando arte e scienza, interpretazione e analisi. Le sue opere ‘generative’ nascono da un’esigenza emotiva, per cui il connubio dello studio maniacale e il mondo artistico, gli ha permesso di avvicinarsi a quelli che per lui sono ‘i misteri della vita’. “Infatti – riflette – per la mia arte non è corretto parlare di filosofia, ma è la ricerca che mi porta ad osservare l’impercettibile, a ragionare dal singolo alla moltitudine che siamo tutti noi”.
Durante l’inaugurazione di “Una singola moltitudine” a Il Salotto di Milano, alla presenza dei galleristi Cristian Contini e Fulvio Granocchia e del critico d’arte Pasquale Lettieri, l’artista farà una performance musicale live con il sax, ispirata alle sonorità che caratterizzano l’universo dei batteri. Si tratta di un’operazione estemporanea, pensata da Petrucci per qualificare ulteriormente la mostra e i riferimenti alla base del suo lavoro”.
Cristiano Petrucci nasce nel 1974, vive e lavora a Roma. Se in una fase preliminare la sua produzione artistica si concentra sullo studio del linguaggio, della comunicazione e delle espressioni umane, in una fase secondaria il suo lavoro è dominato da processi che regolano l’evoluzione della vita nelle sue forme primordiali. Cristiano Petrucci abbandona il figurativo per intraprendere un percorso atto a ribaltare la prospettiva di osservazione ed indirizzarla verso la struttura interna delle cose, l’architettura organica della materia.
Agli esordi della sua carriera artistica Cristiano Petrucci si incanala verso il pop concettuale, dedicandosi alla semiotica dei volti e a quella comunicazione non verbale che caratterizza i social network odierni. Oggi le opere di Petrucci rivelano un mondo interessante e misterioso che non è visibile ad occhio nudo – atomi, molecole, cellule ed organismi.
*Foto in evidenza: Cristiano Petrucci, Tutto Vivente Dettaglio 1 | Photo Credit Giorgio Benni | courtesy Cris Contini Contemporary
Fonte: Ufficio Stampa Cris Contini Contemporary – Barbieri & Ridet