Liberamente tratto dal racconto di Charles Dickens, riduzione per marionette su appunti di Eugenio Monti Colla, con la musica originale di Danilo Lorenzini
Il canto di Natale è uno dei racconti più iconici che narrano la magica notte che è divenuta, col tempo, un momento atteso da tutti i popoli e da tutte le culture, laiche o credenti. Anche le marionette della Carlo Colla & Figli, con il loro repertorio, hanno avuto modo di raccontare la trasversalità di questo avvenimento dell’anno da tutti atteso come evento che scuote gli animi e le sensibilità umane. Così, dopo gli spettacoli storici La capanna di Betlemme e I nani burloni e dopo il più recente Lo schiaccianoci, i piccoli attori di legno adottano uno dei racconti più famosi che Charles Dickens scrisse nel 1844 e che da allora è stato spunto per innumerevoli versioni e interpretazioni.
La trama non racconta le sacre vicende religiose o le straordinarie situazioni attorno a maghi ed elfi che abitano attorno alla dimora di Papà Natale. Tantomeno di situazioni che scaturiscono dalla fantasia dei bimbi incantati dal mondo dei balocchi e dei giochi. Questa parabola narrativa descrive insieme le straordinarie “voci” che risuonano in questa particolare notte e gli effetti che queste possono avere sulla natura dell’essere umano e, quando ascoltate, possono condurre anche per il più terribile, cinico e avaro animo a una mutazione per essere migliori.
Mantenendo la struttura pentapartita del racconto pensato dall’autore, le marionette si calano nei panni del vecchio bisbetico imprenditore Ebenezer Scrooge e dei personaggi che attorno a lui si muovono, disegnando i caratteri, le personalità e i temperamenti della società che Dickens ha sempre indagato e descritto.
Al protagonista, nel cammino di presa di coscienza della realtà e di mutamento della propria indole, fanno da contrappunto personaggi come spettri e fantasmi frutto dell’immaginazione e della fantasia che la penna dell’autore ha saputo creare e che difficilmente possono trovar riscontro nelle comuni messe in scena teatrali.
La realtà parallela e atemporale del mondo delle marionette, proprio come quella mostrata dallo “Spirito del Natale passato”, quello “presente” e quello “futuro” pensati da Dickens, accompagnano i protagonisti, come gli spettatori, in una sorta di camera degli specchi che permette di guardare e scrutare il proprio io per conquistare una presa di coscienza propedeutica e introspettiva.
Anche in questo nuovo allestimento, ogni “carattere” diviene “maschera”, ogni ambiente, realistico od onirico che sia, diviene illusione e ogni situazione si sublima nell’incanto e nella “maraviglia” dell’oggetto inanimato che prende vita.
Infine, qualche numero:
in totale sono coinvolti nell’operazione 134 individui di cui 34 umani (14 marionettisti, 12 musicisti, 8 attori) e un centinaio di teste di legno, delle quali 40 realizzate ex novo, con relativi costumi. Le scene dipinte totalizzano 360 metri quadri di superficie, per realizzare una ventina di situazioni sceniche differenti.
*Nella foto in evidenza: Il canto di Natale @Archivio Grupporiani
Fonte: Ufficio stampa Piccolo Teatro Milano