Dal 23 al 27 novembre, al Teatro Grassi, va in scena, per la prima volta in italiano, La seconda sorpresa dell’amore, la commedia, diretta da Beppe Navello, del più importante drammaturgo francese del Settecento. Sei personaggi a confronto sul tema dell’amore, tra intrighi e tranelli, struggimenti e risate, il cammino del sentimento per sfuggire alle imposizioni della ragione.
Amour è la parola che ricorre più frequentemente nei titoli delle opere teatrali di Marivaux. Anche in questa commedia raffinatissima, i sei personaggi si confrontano in modo serrato sul tema: come quasi sempre in Marivaux, tutto è chiaro e compiuto fin dalla prima scena, dal primo incontro.
Ma tutto resta da capire e soprattutto da dire. L’amore c’è e domina, anche se lo si vuole esiliare per paura che faccia troppo soffrire; e tocca agli attori il compito di coinvolgere gli spettatori in questa appassionante ricerca che culmina nella sorpresa di scoprirlo.
Per la prima volta in italiano, La seconda sorpresa dell’amore viene presentata al pubblico del nostro paese grazie a un progetto accolto dal Ministero della Cultura per incoraggiare la conoscenza di Marivaux, il drammaturgo forse più grande del Settecento francese e che in Italia, nonostante gli storici allestimenti di Strehler, Chéreau, e di altri importanti registi, non è mai riuscito a conquistare spazi stabili nei repertori teatrali: curioso destino per un autore che, durante tutta la sua vita, preferì lavorare con il Théâtre-Italien piuttosto che con la Comédie-Française, trovando negli attori eredi della Commedia dell’Arte gli interpreti ideali per raccontare, con i gesti e l’ossessività di un eloquio tenacemente alla ricerca dell’esattezza, l’evento protagonista della sua poetica: il percorso compiuto dalle emozioni e dai sentimenti per ribellarsi al giogo della ragione.
“La drammaturgia marivaudiana – racconta il regista, Beppe Navello – si è sviluppata tra la Comédie Française e il Théâtre des Italiens e il testo in oggetto era stato proposto agli Italiens e poi, dopo il rifiuto di questi, presentato ai Francesi. Un critico molto importante (Macchia) dice addirittura che la differenza tra la Sorpresa e la Seconda Sorpresa è la stessa che appare nei due quadri di Watteau. Insomma, sarebbero l’immagine giusta per il nostro spettacolo, magari con le didascalie sotto che, citando il titolo, richiamano la pendolarità del teatro di Marivaux.”
*Nella foto in evidenza: La seconda sorpresa dell’amore © Luca Passerotti
Fonte: Ufficio stampa Piccolo Teatro Milano