Musica tra gli Antichi Mestieri
La grande metropoli milanese è ad un passo ed incombe ma il tempo di un respiro e subito prevalgono i colori della campagna che si stende appena fuori la città.
E’ qui che la Fiera degli Antichi Mestieri di Mediglia rinnova il suo appuntamento settembrino con mostre di attrezzature agricole, tra cui una mirabile raccolta di trattori che diventa un vero museo del settore all’aperto, la presenza di bancarelle, associazioni di varia natura e la cucina classica di queste occasioni, dove imperano sapori e gusto di tutto ciò che di buono cresce o viene prodotto dalla madre terra.
Posteggiate momentaneamente salamella e birra la concentrazione si sposta verso luci e suoni che arrivano dalla zona rock della festa per l’evento clou della manifestazione 2022, quello che rende speciale e straordinaria la serata del sabato.
Una scarica di adrenalina musicale si riversa nell’atmosfera che si trasforma alle prime note della musica che la band di Roby Cantafio offre ai numerosi presenti. L’artista gioca in casa la sua perfomance dove presenta per la prima volta live il brano “Perché”, di cui è autore, i cui proventi erano andati già a suo tempo a sostenere ASST Melegnano Martesana. Le parole di Fabio Brochetti, di ASST, durante il concerto, sono il riconoscimento a questa sua generosità.
Il piatto però è veramente ricco e non si ferma all’artista di casa, le gemme preziose sono due ospiti che, in modo superbo, riportano sul palco e alla nostra attenzione uno spaccato di musica di un passato non troppo recente ma indimenticabile: Alberto Radius e Ricky Portera.
Una apoteosi di chitarre, un fiume in piena che travolge e rompe gli argini riversando, con rara e inusuale maestria, la loro produzione e le musiche di Battisti e Dalla, due tra i grandi artisti con cui hanno condiviso i palcoscenici internazionali. La band che ha accompagnato il tutto, da Luca Ballabio alla chitarra, Steve Ferrovecchio al basso, Salvatore Bazzarelli alle tastiere, Mao Granata alla batteria e la voce corista di Emanuela Torriani, non è stata certo a guardare e l’insieme che ne è uscito ha reso amaro solo il ritorno a casa di quanti, come noi, avrebbero voluto restare all’infinito.
Testo di Luciano Passoni (ph Rosanna Galli)