Il TOMAV Torre Moresco Centro Arti Visive, in collaborazione con Tomav Experience Associazione Culturale e con il MOCAfeast 2022 di Monsano presentano “Shōzō Shimamoto, Yasuo Sumi. Sui campi riarsi i sogni vanno errando”, una mostra a cura di Giulia Perugini che pone l’accento sulle ritualità di ieri e di oggi, per operare una riflessione collettiva sul senso di comunità e sulle sue possibili evoluzioni.
Partendo da una contestualizzazione storica degli artisti e delle opere in mostra – grazie agli interventi testuali di Marino Capretti, alla presenza di documentazione video e di cataloghi disponibili per la libera consultazione – l’esposizione, senza pretese di completezza scientifica, insiste sui nuclei generativi che hanno nutrito tutte le esperienze di Gutai (di cui Shōzō Shimamoto e Yasuo Sumi sono illustri esponenti) fin dal 1954, anno in cui il gruppo muove suoi primi passi nel mondo dell’arte. La volontà è quella di condurre il visitatore attraverso una polifonia di stimoli visivi e uditivi in grado di schiudere l’armonia di quella frequenza fondamentale comune a tutte le cose, riscoprendo un più profondo senso di appartenenza alla natura.
Il percorso proposto si nutre di alcune considerazioni contenute in un saggio di Byung-Chul Han del 2019, nel quale viene ripercorsa la scomparsa del senso di comunità a partire dalla sparizione del rito in favore di un consumo feroce degli oggetti e di un ripiegamento narcisistico della collettività. Creando un ponte che collega idealmente lo spazio espositivo alle sponde rigogliose della produzione orientale, Sui campi riarsi i sogni vanno errando si propone, allora, di cucire insieme spazi e tempi diversi (il passato e il presente; l’oriente e l’occidente) per saltare le recinzioni del territorio dell’arte, far sedere idealmente tutti i visitatori ad una unica tavola rotonda e ripensare alla valenza delle performance, dei riti e delle loro tracce nella società contemporanea. I quesiti centrali sono gli stessi alla base di tutte le azioni di Gutai: qual è l’identità dell’arte oggi? In che modo le arti contemporanee possono dialogare tra loro senza legami di subordinazione? Qual è il ruolo dell’arte nella costruzione del futuro della collettività?
Proprio il concetto di futuro lascia affiorare il fil rouge che collega il discorso artistico di Shōzō Shimamoto e di Yasuo Sumi, come pure quello di Gutai più in generale – la cui traduzione italiana può essere resa con concreto, o meglio, «possibilità di rendere concreta, attraverso la materia, la spiritualità» – alle intenzionalità di questa esposizione. Difatti, «se è vero che il presente è inafferrabile, sempre travolto dal tempo che passa, e il passato sempre oltrepassato, irrimediabilmente compiuto o dimenticato», prendendo a prestito le parole di Marc Augé, il futuro è «il tempo più concreto della coniugazione», che, pur riguardando l’individuo, ha sempre dimensione sociale.
Animando il periodo di apertura dell’esposizione con un calendario ricco di incontri ed appuntamenti di approfondimento, il TOMAV, di concerto con Vivai Nicole di Denis Del Gatto – main sponsor della mostra – conferma così il proprio impegno nei confronti dell’ideazione e della promozione di iniziative culturali dedicate al territorio.
*Foto in evidenza: Shimamoto – 2008. Magi 909. Bottle crash. Acrilico e vetri su tela cm 200×150
Fonte: Ufficio stampa TOMAV Torre Moresco