Apre al pubblico dal 1 luglio al 28 agosto 2022 alle Gallerie d’Italia – Milano, museo di Intesa Sanpaolo, la mostra “Matthias Schaller. Das Meisterstück”.
L’esposizione presenta 19 fotografie di tavolozze appartenute a grandi pittori dell’Ottocento e Novecento, attraverso le quali Schaller coglie ‘ritratti indiretti’ degli artisti e della loro produzione. Con questo progetto il maestro intende catturare la bellezza delle tavolozze d’artista, intese come una finestra affacciata sul loro genio creativo, come un paesaggio astratto della produzione pittorica, o, in altre parole, la pittura prima della pittura.
La tavolozza è un oggetto che si trova in quasi tutti gli studi dei pittori. È un attrezzo che rimane solitamente lontano dallo sguardo del pubblico e della critica, silenzioso testimone del lavoro dell’artista.
Possiamo conoscere (e riconoscere) un pittore tramite la sua tavolozza?
È la domanda nata dalla visita che il fotografo artista tedesco Matthias Schaller fece nel 2007 allo studio di Cy Twombly a Gaeta. La somiglianza notata tra la tavolozza usata da Twombly e le sue tele, spinse il fotografo a definire un vero e proprio progetto di ricerca che lo ha portato, nel corso di molti anni e di molti viaggi, a visitare decine di musei, fondazioni, collezioni private e a immortalare le tavolozze che grandi protagonisti della pittura dell’Ottocento e del Novecento usavano per realizzare i loro dipinti.
Sotto l’obiettivo, questo oggetto d’uso, da semplice strumento di lavoro si è rivelato ponte di congiunzione tra la personalità dell’artista e la sua pittura. In ogni tavolozza, la preparazione delle tinte, la materia del colore steso, mescolato, essiccato, la vernice raschiata, la traccia della spatola o del pennello, le macchie esprimono l’intimo legame con la mano, il corpo, la mente dell’artista. Pittura prima della pittura, ne raccontano il modo di lavorare, le preferenze cromatiche, la gestualità con cui il colore è trasferito sulla tela; testimone toccante del percorso del pittore, la tavolozza ne costituisce il lascito.
Trasferita dalla sfera della pittura a quella della fotografia, la tavolozza si smaterializza fino a perdere ogni connotazione fisica e materiale; assume un nuovo significato, divenendo essa stessa immagine.
La tavolozza, ci ricorda Kandinsky, è una “opera […] spesso più bella di qualsiasi opera” (Wassily Kandinsky, “Rückblicke”, 1913).
Nel corso della sua ricerca, Schaller ha fotografato tavolozze dai principali musei europei, tra i quali il Louvre, il Musée d’Orsay e il Centre Pompidou (Paris), la Tate (London), la Kunsthaus (Zürich), l’Akademie der Künste (Berlin), il Metropolitan Museum (New York), da fondazioni private, da familiari degli artisti e da collezionisti privati. Il progetto in corso da 15 anni e ad oggi si compone di più di 200 tavolozze di 86 pittori. La serie si chiama “Das Meisterstück” (“Il Capolavoro” o “The Masterpiece”).
La mostra prevede l’esposizione di 19 ingrandimenti fotografici (190 cm x 140 cm circa) delle tavolozze di, tra gli altri, Francis Bacon, Marc Chagall, Eugène Delacroix, Natalia Goncharova, Wassily Kandinsky, Edouard Manet, Henri Matisse, Joan Mirò, Piet Mondrian, Giorgio Morandi, Edvard Munch, William Turner, Cy Twombly.
La fotografia della tavolozza di Giorgio De Chirico è posta in dialogo con il dipinto dello stesso artista, Manichini in riva al mare (1926), appartenente alle collezioni di Intesa Sanpaolo.
*Nella foto in evidenza: Cezane
Matthias Schaller, tedesco, nato nel 1965 a Dillingen an der Donau, ha studiato antropologia visiva presso le Università di Hamburg, Göttingen e Siena. Si laurea con una tesi sul lavoro di Giorgio Sommer (Frankfurt 1834 -1914 Napoli), uno dei fotografi di maggior successo dell’Ottocento.
Il lavoro di Schaller è stato esposto, tra gli altri luoghi, alla Biennale di Venezia, alla Fondazione Giorgio Cini, Ca’ Pesaro e Museo del Vetro a Venezia, al Museo d’Arte Moderna e al Museo di Arte Contemporanea di Rio de Janeiro, al Picasso Museum di Münster, al Victoria & Albert Museum di Londra, al Wallraf-Richartz Museum di Colonia, al Museum Serralves di Porto, al Museum of Fine Arts di Boston, al SITE di Santa Fe, e al Kunstpalast di Düsseldorf.
L’artista è stato insignito dei premi Fellowship – DAAD, Roma nel 1992, Fellowship – Tokyo Wonder Site, Tokyo nel 2008 e per tre volte, nel 2009, nel 2010 e nel 2020, del premio German Photobook Award. Schaller lavora con la Galleria Casamadre (Napoli) e la Sonnabend Gallery (New York City).
Matthias Schaller vive tra Vienna e Venezia.