Crisi energetica, dramma umanitario, guerra. Ciò che tutti sogniamo è un mondo ideale, per il quale è sacrosanto battersi. Ci si deve battere ogni giorno per avvicinarsi quanto più possibile a quel mondo ideale. Ma la realtà che abbiamo davanti agli occhi è cosa ben diversa da quel mondo.
La situazione geopolitica che stiamo attraversando in Europa non ha precedenti negli ultimi 77 anni e, se vogliamo guardare ben bene a fondo, neanche prima. Infatti, prima, non esisteva la bomba atomica.
Oggi stiamo assistendo ad una azione messa in campo da una superpotenza per affermare la sua influenza (per dirla usando il politically correct), o il suo dominio (per dire le cose come stanno realmente) su alcuni territori. Intanto ha cominciato con l’Ucrania, e poi … e poi? Chi può saperlo cosa passa nella testa di un dittatore che ha l’ardire di attaccare militarmente uno Stato sovrano nel cuore dell’Europa? Ma anche usare il termine “ardire” forse è un pò eccessivo. In realtà la Russia non ha ardito proprio un bel niente. I suoi calcoli sono stati millimetricamente fatti bene e da lungo tempo. Ha ben valutato i pro e i contro, e ne ha dedotto che “si poteva fare”.
E perché si poteva fare? Perché dall’altra parte non c’era nessuno che glielo poteva impedire.
Si potrebbe obiettare che c’è tutto il blocco occidentale, con la Nato, l’America, la Gran Bretagna, l’Australia, il Canada … e l’ Europa, intesa ovviamente come Unione Europea. Davvero?
E da quando l’Europa si può collocare tra le grandi potenze?
L’Europa è senza dubbio una grande potenza economica, finanziaria e produttiva (su quest’ultima comincio ad avere qualche dubbio, visto che ormai non produciamo neanche quello che strategicamente ci serve come l’energia e il grano che importiamo dall’estero).
Ma, militarmente come siamo messi? Male. Molto male. Ognuno per conto suo, a non contare proprio niente, mentre l’esercito europeo non esiste.
Attualmente, il primo nucleo del costituendo Esercito UE, ha una forza di circa 5000 uomini. Sono il primo nucleo risultante da un accordo del 2021 tra 14 dei 27 paesi aderenti all’UE, tra i quali l’Italia.
5.000 uomini? Qualcosina meno dei 6.000 agenti di Polizia Locale di Roma Capitale. Sommando gli organici di tutti gli eserciti dei paesi facenti parte dell’Unione Europea si arriverebbe, invece, a poco meno di 1.600.000 unità.
E’ vero, ci sono altri organismi militari europei, ma l’esercito europeo proprio non c’è!!
Mi viene in mente la definizione che Denis Diderot riservò alla Russia imperiale del XVIII secolo, retta da Caterina II, e che oggi calza benissimo alla nostra cara Unione Europea: “un gigante dai piedi d’argilla”.
Ricordo l’insegnamento di una persona anziana che, da giovane, sottovalutai, ma che ho compreso vivendo. “Fai attenzione nella vita. – mi disse – Conquistati il rispetto della gente con il lavoro, l’esempio, l’onestà, l’operosità, la rettitudine. Ma tutto questo a nulla serve se la gente non ti teme”.
Proprio vero. Ed è da qui che parte la mia riflessione.
Se l’Europa fosse stata militarmente una superpotenza almeno al pari di Stati Uniti e Cina, la Russia si sarebbe permessa di scatenare una guerra in piena Europa?
Allora, forse bisognerebbe cambiare paradigma al nostro pensiero.
La retorica del “no alle armi”, del “vogliamo la pace nel mondo”, e tante altre posizioni ideologicamente schierate, aldilà di ogni umana logica, ci ha portato ad essere talmente vulnerabili da non potere evitare quello che sta accadendo, ovvero civili di qualsiasi condizione, anziani, donne e bambini, e perché no, anche militari (perché ricordiamoci che dietro ogni uniforme c’è una persona umana) sterminate dai bombardamenti o terrorizzati e in fuga, tra dolore e sofferenza, in luoghi che sperano possano garantire almeno la salvezza della loro vita.
Sono convinto che l’estremismo ideologico sia l’unica vero male dell’umanità, perché chiude gli occhi sulla realtà.
Avere una Europa unita, forte finanziariamente, economicamente e produttivamente va bene a tutti, ma militarmente?
E qui arrivano i no; non bisogna produrre armi, tantomeno armarsi per difendersi, perché è contro la “pace nel mondo”. Bisogna confidare completamente nella diplomazia. Bisogna solo parlare e convincere chi sta sbagliando a ricredersi.
Ne siamo sicuri?
L’arte della diplomazia consiste nel saper trattare. Ma trattare da quale posizione? Quanto siamo forti per “imporre la pace” a chi di pace proprio non ne vuole sapere?
Beh – potrebbe replicare furbescamente qualcuno – tanto c’è l’America che ci protegge.
Davvero? Ne siamo tutti proprio sicuri? Non mi pare che gli Stati Uniti dalla fine della Seconda Guerra Mondiale abbiamo guardato ad interessi che non siano prettamente i loro.
Si va bene, possiamo accettare anche questa affermazione. Ma a volere essere egoisti, a noi interessa poco, tanto la guerra è qualcosa che capita agli altri. Già, proprio come quelle brutte malattie che possono colpire solo gli altri. Come il virus che stava in Cina, abbastanza lontano da noi che ci ritenevamo al sicuro. Abbiamo visto com’è finita.
E allora che fare?
Credo sia giunto il momento di armarsi di coraggio e buon senso e buttare giù ogni pregiudizio e preconcetto. Ragioniamo con razionalità.
Nell’immediato, apriamo le porte a quei cinque o sei milioni di profughi ucraini che nel prossimo immediato futuro lasceranno le loro case, i loro affetti, la loro normale vita quotidiana (che noi, per noi stessi, diamo per scontata) sconvolta dalla morte dei loro cari sotto i bombardamenti o in guerra al fronte.
Trattiamo ad oltranza per limitare i danni, facciamo miracoli diplomatici tentando di fare ragionare chi la ragione l’ha persa.
E per il futuro? Sebbene siamo abbondantemente in ritardo, bando alle ciance. Rafforziamo l’Europa. Rendiamola più forte coprendo le falle che il libero mercato ha prodotto, come il deficit nell’approvvigionamento energetico, delle materie prime e di quelle alimentari. Rendiamola più forte militarmente unendo le forze dei singoli Stati affinché si possa essere deterrenti nei confronti di chi la pace non la vuole.
L’Europa che io sogno è un solo Stato. Forte, basato sui valori democratici che sono alla base della sua costituzione, e votato alla pace.
La cultura popolare ci insegna che “pesce grande mangia pesce piccolo”. E allora, facciamolo crescere questo pesce europeo, così che a nessun pesce grande venga in mente di mangiare quel pesce piccolo che siamo.
*Nella foto in evidenza: Ratto di Europa – Dipinto di Tiziano Vecellio (Isabella Stewart Gardner Museum)
La mitologia greca narra di Europa, figlia di Agenore e Telefessa, principessa fenicia che Zeus, invaghitosi di lei, rapì con l’inganno trasformandosi in un toro bianco. Dopo il rapimento, Zeus la portò attraverso il mare a Cnosso, sull’isola di Creta, e con lei ebbe tre figli: Minosse, re di Creta, Radamanto, giudice degli inferi e Serpedonte, che furono poi adottati dal mortale re di Creta Astorione. Prima di tornare sull’Olimpo, Zeus lasciò tre doni ad Europa: Talos, il gigante di bronzo guardiano di Creta, il cane addestrato Lealaps. e un giavellotto dalla mira infallibile.